Un mondo di mezze calzette

Gli amici dicono sia distrutta, non riesce a darsi pace. Da giorni non esce a far shopping, non era mai accaduto. È rinchiusa nel super attico da 800 metri quadri, fortuna c’è spazio per fare jogging, sottolineano con sollievo i predetti amici. Da 85 ore non si fa un selfie, e questo è un segnale della gravità della situazione. Lui è nell’ala dedicata gli svaghi, gioca a basket nel campetto che si è fatto costruire tra la camera e la sauna, niente: nulla riesce a svagarlo, neppure per pochi minuti. Vorrebbe comporre belle canzoni, ma non ci è mai riuscito, figuriamoci ora.
In queste tenebre solo una fioca luce ha rischiarato le giornate di Chiara, la tutina che ha indossato per vestire i panni da Maria Goretti pentita (quiet luxury la chiamava lei ai bei tempi, l’eleganza sottotono degli ultraricchi) è subito andata esaurita, segno che non tutto è perduto. Si deve aver pazienza, il maritino Federico le ha consigliato di regalare qualche altro milione di euro, è l’unico modo per continuare a prendere a decine poi. Lui ne è convinto. Del resto le speranze nell’umanità sono sempre più flebili.
Alcuni studenti della Bicocca hanno ottenuto dall’ateneo una stanzetta dove ritrovarsi a sferruzzare all’uncinetto. Che meraviglia, un tempo per offendere qualcuno gli si dava della mezza calzetta, ora anche farne un quarto è motivo d’orgoglio. In quell’aula, spiegano, vengono meno le distinzioni tra professori e alunni, non ci sono quindi ansie da prestazione e competitività. Uno vale uno. Purtroppo non è così, non tutti abbiamo le stesse competenze, capacità. E neppure siamo tutti onesti uguali. Dovremmo iniziare a pensarci seriamente. Buon Natale.
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