Un libro racconta di quando «Volevamo cambiare il mondo»

L’ha scritto Giuseppe Prati, docente della Pastori in pensione, per ricordare l’esperienza in Africa dei suoi alunni
Il libro di Giuseppe Prati - © www.giornaledibrescia.it
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Quando sono partiti, anni fa, erano diciottenni mossi da quel fuoco, da quella passione che, a quell’età, potrebbe smuovere anche le montagne. E oggi, che sono divenuti grandi e di strada sotto le scarpe ne hanno messa un po’ di più, a quel che hanno fatto allora vi sono tornati con i ricordi e con le parole. Per restituirne una traccia, per riflettere su ciò che resta.

Oasi

Si intitola «Volevamo cambiare il mondo» il libro, edito da Gam editrice, di Giuseppe Prati di Botticino, docente dell’Istituto Pastori oggi in pensione, che raccoglie testimonianze e foto di oltre venti suoi vecchi allievi, partiti per l’Africa e l’America Latina durante l’estate successiva alla quarta superiore, e là impegnati in progetti di agricoltura rurale. «Ho sempre pensato - spiega Prati - che nella formazione di un giovane fosse fondamentale un momento predominante da dedicare agli altri, in special modo ai meno fortunati, per solidarietà certo, ma soprattutto per contribuire alla costruzione di una società migliore. Così, nel ’97, con la scuola che non poteva assumersi oneri e responsabilità, sono nati associazione e progetto Oasi per coinvolgere i miei allievi, e poi anche quelli di altre scuole, in progetti rurali nel Sud del mondo».

Uniti

I ragazzi protagonisti di una delle missioni - © www.giornaledibrescia.it
I ragazzi protagonisti di una delle missioni - © www.giornaledibrescia.it

A collaborarvi organizzazioni di volontariato bresciano, Svi e Fondazione Tovini, a sostenere il tutto la Provincia di Brescia, la Loggia e i 30 Comuni di residenza dei ragazzi, oltre che vari Enti interessati. Per 33 progetti e 31 missioni tra Guatemala, Brasile, Perù, Venezuela, Burkina Faso, Kenya, Tanzania, Uganda, Mozambico e Madagascar, fino al 2010.

«Volevo che i ragazzi, mentre si davano da fare e raccoglievano dati per migliorare l’agricoltura, vivessero con i contadini, camminassero nelle loro scarpe perché si rendessero conto di cosa ci fosse dall’altra parte. E, perché quanto fatto non fosse dimenticato, per dar conto del buon che c’è e far veder ai comuni in cosa avessero investito, ho deciso ora di raccogliere i ricordi delle loro esperienze, con quei giovanotti di allora tutti concordi nel dire che "Non avremo cambiato il mondo, ma sicuro quell’esperienza ha cambiato noi"».

Per dar ancor più seguito al tutto, quanto raccolto con la vendita del libro (reperibile all’edicola tabaccheria Firmo di Mattina, o contattando il signor Prati 347.0971776, o beppeprati@gmail.com) sarà devoluto per l’acquisto di un’ambulanza da donare a Fra Paolo, al secolo Marino Boldrini, missionario in Tanzania dal ’87, e oggi impegnato nella missione di Kilolo.

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