Uffici pubblici oggi in sciopero Presidio al Civile

Dalle 10,30 alle 12,30 davanti all’ospedale i sindacati spiegano le ragioni dell’astensione
  • Il presidio al Civile di Brescia
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I lavoratori del pubblico impiego incrociano oggi le braccia tutta la giornata per protestare contro il mancato rinnovo del contratto collettivo e per porre l’accento sulla situazione della sanità pubblica. Si spiega così il doppio presidio organizzato questa mattina, uno in Prefettura e l’altro dalle 10.30 alle 12.30 davanti all’entrata vecchia degli Spedali Civili di Brescia dove rappresentanti dei lavoratori cercheranno di spiegare la situazione ai cittadini illustrando le ragioni dello sciopero.

Invece in Prefettura, dopo la manifestazione, avverrà un momento di confronto con la stampa per spiegare nel dettaglio le ragioni dell’astensione dal lavoro. Allo sciopero partecipano tutte le principali sigle sindacali. L’agitazione, proclamata ancora un mese fa, ha avuto diversi tentativi e richiesta da parte del Governo di soprassedere allo sciopero vista al particolarità del momento, ma non si è raggiunto un accordo. Spiega il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: «Lo sciopero di oggi non è solo per il rinnovo dei contratti. Servono nuove risorse da investire anche in nuove assunzione, formazione e nuove forme di lavoro».

Altre fonti sindacali avevano ribadito che «se la ministra della Pa Fabiana Dadone voleva evitare lo sciopero ci doveva chiamare per tempo non solo per parlare di contratto ma anche di assunzioni e sicurezza. È la dimostrazione che la ministra non ha un’idea di investimenti complessivi sul lavoro pubblico e risposte per le emergenze». Ad incrociare le braccia saranno in Italia 3,2 milioni di lavoratori statali, ma saranno garantiti i livelli minimi essenziali.

A Brescia l’iniziativa assume il significato di porre una maggiore attenzione e riguardo nei confronti della sanità pubblica. Ciò non toglie l’agitazione degli statali in questo particolare momento storico che faccia discutere e divida l’opinione pubblica. Fra i più critici anche coloro che sottolineano come l’agitazione sia fatta in concomitanza o vicino a ponti e festività.

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