Uffici postali: protocollo per prevenire la criminalità

E’ stato siglato in Prefettura con i rappresentanti di Poste Italiane Spa il «Protocollo d’intesa per la prevenzione della criminalità negli Uffici Postali» della nostra provincia. Il documento comprende un piano articolato che punta a ridurre l’attenzione della criminalità nei confronti degli uffici postali del territorio (286 in tutta la provincia).
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E’ stato siglato in Prefettura con i rappresentanti di Poste Italiane Spa il «Protocollo d’intesa per la prevenzione della criminalità negli Uffici Postali» della nostra provincia. Il documento comprende un piano articolato che punta a ridurre l’attenzione della criminalità nei confronti degli uffici postali del territorio (286 in tutta la provincia).

Il protocollo è il primo sottoscritto a livello lombardo e secondo il Prefetto, Narcisa Livia Brassesco Pace, «si inserisce nel solco di collaborazione con effetti molto importanti sottoscritto tra Prefettura, forze dell’ordine e Abi, nonché del ’Patto per Brescia sicura’ che nella sua componente di ’Patto di sicurezza per il lago di Garda’ ha già dato impotrtanti effetti tanto non solo da essere ad ora rinnovato, ma da far proporre un analogo ’Patto di sicurezza per il Lago d’Iseo’».

Il protocollo prevede di dotare gli uffici postali di almeno quattro dispositivi di difesa su un elenco di dieci previsti dall’intesa: «il 90% degli uffici bresciani dispone di cassaforte ad apertura ritardata, caveau, impianto d’allarme e cassetta antirapina (che di fatto limita i contanti disponibili al momento)» come ha spiegato il responsabile Grassi. Ciò non di meno, entro fine anno, tutti gli uffici saranno dotati delle misure previste dal protocollo che tra le cose, prevede anche la stretta collaborazione con la Prefettura nel comunicare giornate particolarmente «sensibili» sul fronte del rischio.

Intanto i dati spiegano già il trend in calo in fatto di rapine: a fronte di 18 assalti nel 2007 si è passati di anno in anno a 12, 10 e infine a due soli casi lo scorso anno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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