Truffa dello specchietto, tentativo a vuoto in via Chiusure

Vittima (mancata) un conducente che era stato raggirato nella stessa strada due anni fa. Ma che stavolta ha saputo come reagire
Truffa dello specchietto (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Truffa dello specchietto (archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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La truffa dello specchietto. Ancora una volta. E per un caso del destino, a finire nel mirino del malintenzionato di turno, è stato un cittadino che aveva subìto analogo raggiro non più tardi di due anni fa. E come se non bastasse nella stessa strada, all'altezza dello stesso civico.

Il primo ad essere incredulo è proprio il malcapitato, che tuttavia questa volta - complice il tam tam mediatico - ha saputo come reagire ed esasperato dal ripetersi della situazione non ha ceduto alle insistenze. 

Pieno giorno. Ore 10.15, via Chiusure, grossomodo all'altezza del civico 50. «Sento all'improvviso un botto mentre viaggio verso Ponte Crotte - racconta la vittima mancata, che preferisce restare anonima -. Al che mi fermo, scendo, e mi viene incontro un tizio dall'accento meridionale e dalla carnagione scura che mi indica la Mercedes Classe A che a suo dire avrei danneggiato al mio passaggio».

L'automobilista tuttavia intuisce la situazione («ho letto proprio l'altro giorno il vostro articolo in cui segnalavate episodi simili» racconta) e contesta l'accaduto: «Quando il tizio mi ha chiesto dei soldi per lo specchietto rotto, non ci ho visto più e ho risposto per le rime: "Guardi, se ho sbagliato pago, nessun problema. Però per verificarlo adesso chiamiamo i carabinieri" gli ho detto. Quello l'ha presa male - prosegue il racconto del conducente scampato al raggiro - e mi ha minacciato: "Ce l'hai con me? Io ti spacco la faccia...". Io allora gli ho spiegato che ero già stato vittima di quella truffa e che non avevo intenzione di sborsare altri soldi per un danno che non avevo causato io».

Alla menzione dei carabinieri l'altro ha cambiato registro: «Guarda che adesso so il tuo numero di targa...» ha tentato di intimidire la vittima prescelta. Che tuttavia ha saputo cavarsi d'impiccio: «Nessun problema. Adesso anch'io faccio una foto alla sua vettura». A quella replica, il truffatore non ha esitato: è balzato in auto, ha ingranato la marcia e si è dileguato, prima che il conducente riuscisse a scattare la foto. Certo un dettaglio insolito è rimasto impresso nella mente del testimone: «Dall'auto veniva una voce registrata che replicava la consueta formuletta "È arrivato l'arrotino"». L'automobilista, visto che la truffa è sfumata, ha deciso di non sporgere denuncia, «ma ho voluto raccontare a voi l'episodio perché possiate mettere in guardia da analoghi episodi altri cittadini che dovessero imbattersi nello stesso tentativo di raggiro». 

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