Truffa al Civile: la Procura chiede il processo per Pecorelli

Sergio Pecorelli è accusato di truffa per un’indennità percepita come direttore dell’Unità operativa di Ginecologia e Ostetricia al Civile
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La Procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per Sergio Pecorelli. Il rettore dell’Università degli studi di Brescia è accusato di truffa per un’indennità percepita in qualità di direttore dell’Unità operativa di Ginecologia e Ostetricia al Civile. 

L’inchiesta è incentrata sugli anni 2012, 2013 e 2014. Secondo il pm Leonardo Lesti, Pecorelli non avrebbe svolto le funzioni previste dal ruolo e non avrebbe dunque avuto il diritto alla retribuzione aggiuntiva. 

Per l’avvocato Stefano Lojacono, che difende il rettore, quei soldi erano legati al semplice fatto di avere ricoperto quella carica. «In sostanza si discute se il presupposto per l’indennità siano le presenze e la quantità delle presenze oppure no», spiega il legale.

Il caso finirà in tribunale il 24 giugno. Proprio in concomitanza con le elezioni in Università per individuare il nuovo rettore. 

Pecorelli è in pensione dall’ottobre 2014, ma è rimasto comunque al vertice dell’Ateneo bresciano, nonostante le contestazioni che hanno portato a un esposto firmato da docenti e ricercatori o, più di recente, a un’interrogazione in parlamento da parte del Movimento 5 Stelle. 

Nel dicembre 2015 si era dimesso dal ruolo di presidente dell’Aifa dopo una sospensione arrivata dal Ministero della salute per un caso di conflitto di interesse. Il rettore è altresì accusato di abuso di ufficio per un incarico da 30mila euro annui conferito in Università all’ex segretaria dell’ex ministro Mariastella Gelmini, Elisa Gregorini, consulente anche dell’Aifa.

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