Troppi furti, a Urago è allarme

Due furti...in due giorni. Eppure le avevano assicurato di dormire sonni tranquilli...La titolare del «Golden bar» in via Chiesa 116 è amareggiata. Tre notti fa i ladri, forzando la porta, erano entrati nel locale e avevano preso di mira le slot machine e le monetine contenute, senza disdegnare altri oggetti e valori come alcuni Gratta e vinci. Ieri notte, alle 4, l'allarme è squillato ancora: stavolta i malviventi sono passati dalla finestra e pure stavolta hanno avuto come obiettivo gli euro contenuti nelle slot.
«Siamo qui dal '94 - racconta la signora - e non abbiamo mai avuto problemi fino a tre giorni fa. Ma qui in zona siamo tutti spaventati. Rubano con molta facilità. Non solo noi siamo stati presi di mira, ma pure altri negozi e altri locali». Ancora da quantificare l'ammontare degli euro che erano contenuti nelle macchinette, ma decisamente ingenti sono le spese che i gestori del bar stanno affrontando per riparare i danni e pure per cercare di prevenire ulteriori sgradite «visite» notturne, adottando sistemi di allarme e sorveglianza ancor più stretti. «Non so se toglieremo le slot - continua a spiegare la titolare del Golden bar - di certo stiamo migliorando il sistema di sorveglianza. Ci sono delle immagini che abbiamo dato agli investigatori che dovranno indagare».
Non solo il Golden bar, come dicevamo, è stato preso di mira. Decine i furti che negli ultimi mesi si sono registrati anche tra gli altri negozi di questa periferia urbana. Non solo tra quelli di via della Chiesa, ma anche negli esercizi di via Risorgimento. «Qui certe cose sono all'ordine del giorno - spiega Edoardo Ognibene, gestore della tabaccheria, a pochi passi dal bar visitato la notte scorsa -. L'anno scorso ci hanno tranciato le saracinesche per andarsene poi con un pugno di sigarette, gratta e vinci e qualche profumo. Più che il materiale sottratto, la vera scocciatura sono danni provocati». Problemi che dietro il registratore di cassa, qui, condividono tutti. «Da me entrano ogni mese per saccheggiare l'incasso delle slot che provvediamo a svuotare quotidianamente - racconta Marco Dassa, da sette anni titolare del Bar della Pieve, frequentatissimo dagli abitanti dell'isolato -. Sono bande organizzate che vengono qui, si appostano per giorni, cercando il modo di eludere i sistemi d'allarme. Per evitare visite indesiderate, oltre alle inferriate, ho montato alle finestre delle sbarre ausiliarie»
Ancora nessuna risposta ha riscontrato la petizione, firmata da una ventina di commercianti e consegnata in Comune più di sei mesi fa, per richiedere l'installazione di altre telecamere del sistema di videosorveglianza. «Avevamo chiesto due telecamere, sufficienti a tenere sotto controllo tutta zona - continua Svetlana Samognoyzd, fiorista, in via della Chiesa da sei anni e mezzo - sarebbero utili, almeno come dissuasori».
Intanto, la paura di uscire di casa è diventata una costante in particolare per i più anziani. Sono loro le vittime degli scippi in strada. Loro che «oggi si trovano a dover vivere in un quartiere che è molto cambiato - ha concluso Paolo Pitozzi, che in via Francesco Salodini ha vissuto per anni e che ora ci torna solo per salutare la mamma -, che da serena succursale della città si è trasformato in un dormitorio abbandonato a sé stesso e che avrebbe bisogno oggi di tornare a vivere».
da. zor/a. carb.
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