Tremila volumi per il progetto delle Book Box

Il Rotary ha donato i libri a Fobap che gestisce il progetto nelle sale d’attesa
Libri - Foto © www.giornaledibrescia.it
Libri - Foto © www.giornaledibrescia.it
AA

L’idea del Book Box è nata per la prima volta a livello nazionale a Firenze, ma da qualche anno è stata mutuata anche a Brescia. Ad attuarla il Centro Socio Educativo di Fobap Anffas, che offre così ai propri ospiti con disturbi del neurosviluppo la possibilità di essere utili alla comunità. Visti da sempre come meri fruitori di servizi, in un fondamentale ribaltamento di prospettiva, i ragazzi assistiti diventano infatti protagonisti di una mansione proficua per la città, dal punto di vista culturale innanzitutto, ma anche sociale e di sostenibilità ambientale, nell’ottica del recupero e del riuso.

La realizzazione concreta del Book Box è semplice: nelle sale d’attesa di luoghi pubblici e privati vengono posti contenitori con dentro una trentina di libri, che le persone possono prendere, leggere, restituire, scambiare nell’ottica del book crossing, o anche tenere, in totale libertà. Nuovo impulso prezioso giunge ora al progetto dal Rotary Brescia Capitolium che, come ha chiarito la presidente Rita Cola, ha fatto pervenire al Cse Fobap tremila volumi, frutto di una campagna di raccolta che ha avuto entusiastica adesione da parte di molti cittadini. Libri, ma anche alcune librerie, quelle stesse che vengono collocate nei locali di chi si rende disponibile ad accogliere il Book Box.

Attualmente, spiega Silvia Bergamini, responsabile del Cse Romiglia Fobapp Anffas, sono presenti in tre stazioni della metropolitana, in alcuni esercizi commerciali e due ristoranti, ma l’auspicio è che questa rete si allarghi sempre di più. I ragazzi assistiti dal Cse Fobap Anffas protagonisti del progetto sono attualmente una quindicina e, in base alle loro possibilità, timbrano i volumi, li catalogano o li portano, da soli o con un educatore, nelle librerie già allestite, provvedendo ogni due settimane al ricambio.L.P.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia