Tre bresciani sul podio al campionato mondiale di cani da soccorso

Parla anche bresciano uno dei titoli vinti dall’Italia al Campionato mondiale a squadre dei cani da soccorso che si sono tenuti a Craiova, in Romania, a inizio giugno. Campionati che il nostro Paese ha vinto in due specialità: Ricerca in superficie e Ricerca tra le macerie, aggiudicandosi in questa disciplina anche il secondo gradino del podio.
Tre componenti della squadra arrivata seconda sono bresciani: il capitano Paolo Mori, le due cinofile Chiara Meccoli e Sofia Zanetta, mentre il quarto del gruppo, Marcello Pansa, è bergamasco. Bresciano anche uno dei supervisori e giudice del Mondiale: Bruno Piccinelli (che è presidente nazionale dell’Ucis, Unità Cinofile Italiane da Soccorso, che ha la sede a Provaglio d’Iseo).
In totale sono cinque le squadre che sono state selezionate dall’Enci (Ente nazionale cinofilia italiana) in Italia per partecipare al campionato e che hanno superato le dure selezioni ad aprile. Alla fine tre squadre sono riuscite a partecipare per la ricerca in superficie e due per la ricerca tra le macerie. Ai mondiali si sono trovate a dover affrontare prove insieme a squadre provenienti da tutta Europa e anche dal Giappone. Ed è stato premiato soprattutto il grande spirito di squadra mostrato sui campi d’azione, nelle diverse prove affrontate, con cani che hanno imparato a lavorare insieme e in sintonia, con un lavoro coordinato svolto con i loro conduttori che solitamente operano in associazioni o gruppi di soccorso diversi.
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«È la prima volta che l’Italia vince due specialità ad un Mondiale e la nostra è prima nazione al mondo ad aver ottenuto primo e secondo posto in una disciplina» spiega Erika Bonzanni, team leader, allenatrice e selezionatrice per l’Enci delle squadre che hanno partecipato alla manifestazione. Oltre all’esperienza maturata dalle unità cinofile nelle emergenze che hanno colpito il nostro Paese nel corso del tempo, ad aver aiutato gli italiani per Bonzanni c’è anche un altro fattore: «Negli ultimi anni la cinofilia italiana ha fatto un notevole salto in avanti. I cinofili sono molto preparati e lavorano con cani di grande qualità. Il risultato ottenuto dall’Italia è frutto di un impegno costruito con dedizione, allenamenti, minuziosa e costante preparazione, non è frutto di improvvisazione».
Lo conferma la bresciana più giovane della squadra, Sofia Zanetta, 25enne di Cerveno, che a Craiova è arrivata con la sua Alpha, pastore belga malinois di due anni. «Abbiamo iniziato l’addestramento quando aveva due mesi come se fosse un gioco - racconta -. Per un anno tutti i giorni abbiamo lavorato non solo sulla ricerca ma anche sull’obbedienza. A me questo sport dà un’emozione fortissima, perché il rapporto di fiducia e di collaborazione che si va a creare con il cane arriva a livelli altissimi, fino ad essere in simbiosi. Ma vivendolo come un gioco ci divertiamo sempre».
Sofia ha cominciato ad allenare cani per la ricerca quando aveva 18 anni, quando riuscita ad ottenere la patente, si è potuta spostare autonomamente in auto per raggiungere la bergamasca e la scuola di Erika Bonzanni. «Era l’unico sport cinofilo in Valcamonica e così ho cominciato». Con Grace, un pastore tedesco femmina di 5 anni, Sofia ha partecipato anche alla ricerca di persone disperse sui monti della sua valle.
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