Trasporto pubblico: il ridisegno delle linee e l'allarme conti

Il 17 gennaio via libera al programma di bacino dell’Agenzia: «Ma i costi standard vanno cambiati»
TPL, BILANCIO A RISCHIO PER IL 2020
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A novembre l’approvazione era stata rinviata, vista l’incertezza sulle risorse. Ora che la Regione ha stanziato 6,5 milioni di euro per la metropolitana (una tantum per il 2019) ma soprattutto approvato un ordine del giorno per rivedere i costi standard in vigore dal 2020 (una «mannaia» per Brescia) il ridisegno del trasporto pubblico bresciano può prendere corpo.

Il 17 gennaio l’assemblea dei soci dell’Agenzia del Tpl approverà il Piano di Bacino, vale a dire il programma che ridisegna le linee del trasporto pubblico su gomma, unificando il servizio di città e provincia. L’ultimo atto prima della gara di giugno che affiderà il servizio per i prossimi sette anni.

L’obiettivo? Avviare il ridisegno dall’estate del 2020. La necessità di un riordino è stringente visto che non vi si mette mano dal 2004. La legge regionale (la 6 del 2012) prevede poi che la gestione sia unica tra città e provincia. Il ridisegno è stato affidato all’Agenzia del Tpl di Brescia che in questa anni ha elaborato una «nuova struttura unitaria di rete» (lotto unico) costituita da due livelli fondamentali.

Il primo è costituito dalle «linee strutturanti», linee di forza con corse cadenzate (una ogni mezz’ora) e frequenti. Il piano prevede 10 «linee strutturanti», con baricentro il capoluogo e la copertura di tutte le principali direttrici del territorio, in particolare la Bassa. Lungo tutti questi assi il servizio sarà potenziato, in particolare su Montichiari, Ghedi, Leno, Calcinato, Chiari. In più saranno aggiunte 5 dorsali circolari che collegano Iseo con Orzinuovi, Manerbio, Montichiari e Salò.

Il secondo livello, composto da un insieme secondario di linee, prevede servizi di «adduzione alle linee strutturanti». Il piano prevede poi interventi di «razionalizzazione», a partire dall’eliminazione dei doppioni: l’idea è sfruttare al meglio i servizio ferroviari, come la Brescia-Iseo-Edolo, evitando di coprire con i bus le stesse tratte.

In quest’ottica è confermata l’attestazione dei bus che provengono dal Garda e dalla Valtrompia ai capolinea del metrò (operazione che in realtà si voleva anticipare, ma le difficoltà tecniche e trasportistiche non mancano). Alla fine, a livello di percorrenze, il piano prevede un incremento di 3 milioni di km l’anno.

Resta il tema delle risorse. Il programma dell’Agenzia, condiviso con Loggia e Broletto, suoi soci, è «ambizioso». Ma richiede anche risorse adeguate per essere messo in pratica. Il trasporto pubblico, si sa, non si ripaga con le tariffe (biglietti e abbonamenti) che, quando va bene, come a Brescia, coprono tra il 35 e il 40% dei costi.

Il resto è contribuzione pubblica. Il 2019 sarà un anno di transizione. Arriveranno 6,5 milioni per coprire i costi di gestione del metrò. E l’Agenzia spera che possa arrivare qualcosa dalla Regione per l’extraurbano. «Avremo problemi analoghi a quelli del 2018, con un ammanco di 2,2 milioni - spiega il presidente dell’Agenzia Claudio Bragaglio -. Problemi risolti grazie a uno sforzo di Provincia e Regione e razionalizzando le corse nei mesi estivi».

Il vero nodo è il 2020. A giugno l’Agenzia pubblicherà il bando di gara per trovare il gestore unico. Gara da circa 400 milioni. Ma oggi come oggi Brescia non sa quanti soldi arriveranno dalla Regione. Quindi il budget per il bando resta indefinito.

Dal 2020 entreranno in vigore i fabbisogni standard i cui criteri sono stati definiti dalla giunta regionale a fine 2017. Una delibera subito contestata da Brescia. «È gravemente penalizzante per il nostro bacino - ribadisce Bragaglio - con quei criteri Brescia rischia il collasso». Il calcolo è complesso ma si può ridurre a tre cifre: il bacino di Brescia copre l’11% dei km percorsi dai mezzi pubblici lombardi ma riceve solo il 9% delle risorse.

Questo gap vale 12 milioni di euro, soldi che a Brescia mancano. «Se il livello delle risorse venisse equiparato con il livello di servizio, avremmo risolto i nostri problemi, compreso il finanziamento della metropolitana» spiega Bragaglio.

A dicembre il consiglio regionale ha impegnato la giunta di Palazzo Lombardia proprio a «correggere» i criteri dei costi standard facendo «corrispondere» risorse e servizio. Ecco perché Bragaglio si dice «fiducioso» che da Milano possano arrivare buone notizie. Di certo, aggiunge Michelé Pezzagno, membro del cda dell’Agenzia, «noi ci faremo parte proattiva». Il bando di gara, per altro, aggiunge il direttore Alberto Croce, «consente un margine di flessibilità» proprio in base alle risorse a disposizione. Insomma, l’iter per la gara non si ferma. L’obiettivo resta fornire un «servizio di qualità» che possa «attrarre passeggeri». Ora servono le risposte della Regione.

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