Tra San Rocchino e Costalunga una strada che unisce e divide

Pregi e problemi differenti in un quartiere «doppio» incastonato tra ospedali, chiese e tante belle case
  • Panoramiche del quartiere Costalunga-San Rocchino
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  • Una panoramica di Costalunga - © www.giornaledibrescia.it
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Trovare un’anima che sia «una»? Praticamente impossibile. Il quartiere San Rocchino-Costalunga, lo dice il nome stesso, è geograficamente «ritagliato» in modo tale da unire due, anzi tre realtà diverse. Quelle, appunto, di San Rocchino e di Costalunga.

Il primo che ruota come un satellite attorno al centro gravitazionale dell’Ospedale Civile, con tutte le conseguenze; la seconda una realtà «a parte» ed a suo modo unica nel tessuto urbano bresciano, in quanto zona residenziale di super-pregio ed al contempo praticamente «ridotta a zero» dal punto di vista degli esercizi commerciali.

La terza voce del quartiere si alza da via Schivardi, elegante, ordinata e - in questi giorni di primavera - fiorita lingua che si stacca dalla zona-Ospedale per lambire il confine di Mompiano. Cosa hanno in comune queste tre aree? Fondamentalmente, nulla.

A parte il fatto di appartenere a quel settore settentrionale di città puntellato da ville, villette e (piccoli) condomini abitati per lo più da un ceto medio-alto (San Rocchino è leggermente più popolare e abbordabile). Una striscia di terra che si fa sempre più verde man mano che ci si approssima alla Maddalena (Costalunga) ed a Mompiano (via Schivardi) e che funge da raccordo e via di comunicazione tra il Nord e la città.

Fermata della metro di riferimento: Ospedale (ma c’è anche Europa, che «serve» le università di Ingegneria e Medicina). Scuole del territorio, due:le elementari Quasimodo, alla bocca di Costalunga, e le superiori al Lunardi.

Parrocchie, ancora due: la Santissima Trinità (che ingloba la chiesetta di San Rocchino) e San Bernardo. Tre i conventi: quello delle Canossiane, quello delle Ancelle della Carità ed il Monastero della Visitazione, che ospita monache di clausura, sul versante della Maddalena sul quale è adagiata anche la Briscola, storico ristorante con vista panoramica su tutta questa porzione di città. Ma, soprattutto, tre ospedali. Il Civile, la Domus Salutis e la Città di Brescia.

Proprio la presenza di queste strutture sanitarie (e quella del Lunardi, con le sue centinaia di studenti) dà un imprinting al territorio, che si configura come un grande catalizzatore di persone. Persone con le proprie auto, che in determinati orari della giornata fanno detonare il traffico e trasformano ogni angolo delle strade in parcheggio.

Gli abitanti di San Rocchino, ma ancora più quelli di Costalunga hanno gli occhi fuori dalle orbite, specie per l’invasione di automobilisti che piazzano i propri veicoli tra le stradine del «quartiere bon-bon» per poi raggiungere il Civile. All’orizzonte c’è pure l’approdo dell’Università Cattolica negli spazi del Seminario, altro edificio «simbolo» della zona.

Sì, l’ingresso dovrebbe «insistere» su un lembo di terra che cade sotto Mompiano, ma non si può negare che il flusso sarà destinato a «premere» su via Schivardi. Opportunità per gli esercenti e per chi ha case da affittare, possibile scocciatura per i residenti. In questo quartiere di stranieri ne abitano pochi.

La povertà è tutto fuorché endemica, ma la si vede agli angoli delle strade in zona ospedale. Esistono associazioni, ma non sono molte e non lavorano direttamente sul territorio. Così, il bell’Arlecchino non ha un’anima. E, al di fuori delle parrocchie, nemmeno un vero e proprio spazio che possa fungere da punto d’aggregazione.

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