Tra cenci e gomitoli, ecco Mo.Ca: la casa dei «nuovi» artigiani
Isabella, Stefano e Alessia si sono conosciuti all'Accademia SantaGiulia e, insieme, portano avanti una «crociata»: recuperare e attualizzare i saperi artigianali che rischiano di scomparire. La 33enne Paola Mininno, fondatrice di «Picalò», è andata a rovistare nelle soffitte delle nonne per recuperare una macchina manuale per fare la maglia. Paola Fraboni è una designer di talento ed è innamorata del suo gatto Mordicchio: a lui ha dedicato il primo di una serie di prodotti «cat friendly».
Poi ci sono i sette della Bottega del Cencio, una sartoria teatrale e non solo; c'è l'atelier di Samantha Schloss, che crea «abiti che fanno sentire più bella e non più magra» e infine Laura Baresi, alias Ladylike, regina di ferri, uncinetto e nodi. Dieci anni fa si è impratichita dei gomitoli per gioco, ma adesso ne ha fatto un vero e proprio mestiere.
Sono solo alcuni degli inquilini che hanno trovato casa nell'alveare creativo del Mo.Ca. L'ex Tribunale di via Moretto, già Brend, da un paio di mesi ospita tredici realtà artigiane di nuova generazione: un manipolo di under trentacinque che ha scelto di coniugare attività legate alla moda e al design con antiche conoscenze e abilità manuali.
Per farsi conoscere, in attesa di un'inaugurazione ufficiale a fine aprile, hanno deciso di promuovere per giovedì un open day dalle 15 alle 23; mentre sabato, in occasione di Illustraction - Festival di Illustrazione Sociale, saranno presenti in cortile dalle 10 alle 24 con alcuni dei loro pezzi.
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