Toto Giunta, oggi il faccia a faccia nel Pd: la via della mediazione sta in 5 incarichi

C’è chi, in un momento d’isteria politica, ieri ha buttato lì anche l’idea estrema: la rivoluzione. Tradotto: abbandonare il tavolo della trattativa e innescare uno show all’insegna dell’indignazione. Fatto sta che c’è stato tutto il tempo per fare sfiammare i bollori e che la prova del nove si consumerà solo oggi quando, alle 17.15 in pacca, la squadra degli eletti di casa Pd si siederà attorno a un tavolo per guardarsi negli occhi e mettere a punto i prossimi passi.
È inutile, a questo punto, girarci attorno: le aspettative per il toto Giunta della Loggia sono per ora andate in frantumi. I segretari Michele Zanardi (provinciale) e Tommaso Gaglia (cittadino) hanno chiesto sei posti, il sindaco Laura Castelletti ne ha proposti quattro. C’è una scelta da compiere (e pure piuttosto intuitiva) che sta nei numeri: mediare su cinque (includendo nel conteggio la poltrona della presidenza del Consiglio). Il punto vero è però che in un abaco a 5 s’inserisce l’affaire correnti e le strade, anche all’interno del partito, si dividono in geometrie variabili.
I due filoni
Per capire gli schieramenti interni ai dem bisogna quasi avere una mappa a portata di mano. Ma per semplificare i filoni si possono dividere in due criteri: il primo è la risposta alla domanda «come meglio si può garantire l’unità della coalizione»; il secondo è «chi meglio può salvare la corrente». Le combinazioni sono molteplici. E le strategie crescono di ora in ora.
Fazione numero uno: usare il criterio delle preferenze e quindi, oltre a Federico Manzoni, portare in Giunta Valter Muchetti, Anna Frattini, Camilla Bianchi e Roberto Rossini (sia che si scelga la via dei 5 assessorati lasciando libera la presidenza del Consiglio, sia che si scelga lo schema 4 in Giunta più la guida dell’Aula).
Fazione numero due: a Manzoni, Muchetti, Bianchi e Roberto Cammarata gli assessorati e a Rossini la presidenza del Consiglio, lasciando fuori Anna Frattini perché - è la tesi - «se il Pd si deve fermare a 5, è giusto che questi 5 siano davvero volti di partito e Frattini si è candidata da indipendente».
Insomma, l’inedito sta creando un gran trambusto: da un lato c’è il fatto che i nomi balzati in alto nella classifica delle preferenze espresse dagli elettori non siano quelli preventivati, dall’altro stavolta non è un sindaco dem a dare le carte. Il retropensiero è che se Castelletti tiene a Frattini, la può nominare di sua iniziativa (e così si torna a sei posti). E non importa se la rappresentanza femminile non torna: se 5 devono essere, che siano «di bandiera vera o di grande esperienza». Sotto il tappeto ci sono altre due questioni: la contrapposizione tra area Schlein e area Bonaccini (che rischia così di entrare con entrambi i piedi nella partita cittadina) e quella tra l’area che vede come punto di riferimento Federico Manzoni e quella che invece punta su Valter Muchetti. Queste due contrapposizioni però s’intrecciano. E sbrogliare la matassa, se si va su quel terreno, sarà complicatissimo. Per questo il ruolo determinante sarà quello di Zanardi: al segretario provinciale verrà (come sempre) un gran mal di testa, ma la linea ce l’ha chiara: non vuole certo iniziare il mandato con uno scontro diretto.Il compromesso
Dall’altro lato, non è certo nello stile di Castelletti puntare sul gioco di forza. Trattare significa dare spazio alla dialettica, con discussione animata incorporata se serve, ma anche dare spazio ai compromessi. L’obiettivo non è arrivare insomma ai ferri corti, ma rintracciare un equilibrio di coalizione che rispetti tutti, senza sacrificare o prevaricare su qualcuno.
Per raggiungere la meta serve cioè la mesotes in senso aristotelico: la mediazione, un centro che non sia un punto medio aritmetico, ma inteso come una possibilità etica di azione che tenga conto delle peculiarità delle persone e che, quindi, è soggettivo e dipendente dalla situazione. In quest’ottica l’unica via percorribile è quella del passo indietro dall’una e dall’altra parte: se il Pd scende a 5, Castelletti sale a 5. E chi resterà fuori da questa partita, sarà il primo della lista delle prossime. Dalle Commissioni alle società controllate e partecipate.
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