Toscolano: riapre l’antica villa del Gladiatore

Apre definitivamente al pubblico (anche se per ora solo ai gruppi e solo su prenotazione) la villa romana di Toscolano. Ci sono voluti più di quarant’anni per vedere finalmente realizzato un percorso di visita che consentisse di ammirare da vicino i resti portati alla luce nel 1967 e le porzioni archeologiche indagate più di recente.
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Apre definitivamente al pubblico (anche se per ora solo ai gruppi e solo su prenotazione) la villa romana di Toscolano. Ci sono voluti più di quarant’anni per vedere finalmente realizzato un percorso di visita che consentisse di ammirare da vicino i resti portati alla luce nel 1967 e le porzioni archeologiche indagate più di recente.

Da venerdì gruppi e classi scolastiche potranno finalmente accedere all’area archeologica che conserva i resti di uno dei più importanti edifici residenziali - per dimensioni, caratteristiche architettoniche e ricchezza delle decorazioni - presenti in età romana sulle rive del Benacus. Qualcuno l’ha già battezzata la «villa del gladiatore». Pare infatti che il proprietario della lussuosa residenza, appartenuta tra la fine del I e la prima metà del II secolo d.C. al condottiero Marco Nonio Macrino, abbia ispirato il regista Ridley Scott per il personaggio di Massimo Decimo Meridio, protagonista del film «Il gladiatore» interpretato da Russel Crowe.

Sia Macrino che il personaggio cinematografico agiscono nello stesso periodo e hanno caratteristiche comuni, come l’essere graditi e ben conosciuti dall’imperatore Marco Aurelio. In realtà storici e archeologi smentiscono questa ipotesi, peraltro non priva di suggestioni. Di certo c’è che Marco Nonio Macrino, esponente di una delle più importanti famiglie bresciane, console nel 154 e proconsole d’Asia nel 170-171 sotto Marco Aurelio, di cui fu intimo amico, fu proprietario della villa di Toscolano, come attestano alcune iscrizioni.

Si tratta pertanto, fra le ville gardesane, dell’unico caso in cui è stato possibile identificare con pochi margini di dubbio il proprietario, almeno nella fase del II secolo d.C., benché l’edificio anche successivamente può ben essere rimasto di proprietà della ricca e potente famiglia bresciana.

L’apertura alle visite di gruppo è il primo passo verso le definitiva musealizzazione del sito, che ci si augura presto accessibile anche al singolo turista. I lavori di valorizzazione dell’area archeologica sono terminati per ora solo nella parte occidentale; in quella orientale, situata a brevissima distanza dal lago, gli scavi sono alle battute finali.

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