Test universitari, riesce a entrare a Medicina soltanto uno su cinque

Martedì al Brixia Forum ci saranno 1.262 candidati: Riesplode la polemica sul numero chiuso
Oltre 1.200 studenti sono attesi martedì a Brescia
Oltre 1.200 studenti sono attesi martedì a Brescia
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Solo uno su cinque ce la fa. Anche quest’anno non sarà per nulla facile riuscire a entrare a Medicina. A provare il test al Brixia Forum martedì prossimo ci saranno 1.262 aspiranti camici bianchi e odontoiatri, a fronte della disponibilità all’Università di Brescia di 229 posti (più sette riservati agli studenti extra Ue) per Medicina e 20 per Odontoiatria. La possibilità di passare è quindi attorno al 20%, anche se si deve tenere conto che pure quest’anno la prova si tiene a livello nazionale e che ogni candidato la svolgerà presso la sede universitaria della propria provincia di residenza o domicilio (o nella provincia limitrofa), a prescindere dalla sede indicata come prima preferenza.

Il test: meno logica e cultura

In ogni caso in fiera si presenteranno quest’anno ben 43 candidati in più rispetto allo scorso anno, segno che l’interesse per la laurea in Medicina è in crescita. La prova, della durata di 100 minuti, comincerà alle 13 e terminerà alle 14.40 su tutto il territorio nazionale. Questo dovrebbe essere l’ultimo anno con il test «secco» come si è svolto fino ad oggi e tuttavia già da quest’anno ci sarà una importante novità: le prove di ammissione vedranno più attenzione alle materie disciplinari e meno alla logica e alla cultura generale. Ma a prescindere dal metodo di selezione, essendo sempre forte la carenza di medici, torna la polemica sul numero chiuso.

«Può aumentare ancora - dichiara il ministro dell’Università e della Ricarca, Maria Cristina Messa -, ma di sicuro il sistema non è in grado di formare in maniera corretta i 60mila giovani che aspirano a fare Medicina. Non ne abbiamo bisogno e, soprattutto, non abbiamo le strutture per poterli formare. Dobbiamo programmare le necessità, anche aumentando i posti. Possiamo arrivare anche a 18mila. Poi come li selezioniamo? O li selezioniamo prima dell’accesso, attraverso il percorso che ho proposto di orientamento e test durante gli ultimi anni delle scuole superiori, senza la giornata unica del test, ma con un percorso, oppure, come il modello francese proposto da alcuni, facciamo il primo anno per tutti, ma stiamo attenti che poi passa, come succede in Francia, solo il 30%. Quel 70% che non passa, cosa fa? E poi, saremo in grado di fare una formazione e una valutazione uguale in tutta l'Italia, cosa che bene o male con il test succede? Queste sono le alternative», ha concluso il ministro.

I test universitari a Brescia
I test universitari a Brescia

Sotto accusa

Sulla questione intervengono anche i rappresentanti degli studenti: «L’evidente carenza di medici e personale sanitario all’interno delle strutture ospedaliere italiane è sicuramente uno dei principali aspetti che la pandemia ha rimarcato, confermando una denuncia che da anni facciamo anche a livello nazionale», rimarca il gruppo Studenti Per, che mette sotto accusa «il mancato finanziamento del settore sanitario e i mancati investimenti strutturali sul fronte universitario, che non vedono nel Pnrr una risposta sufficiente». «Prima però di poter parlare di una riforma in entrata - prosegue - occorre in primo luogo provvedere nell’immediato a un aumento del numero di borse di specializzazione, tale da consentire a ogni laureato di accedere potenzialmente a una specialistica, procedendo contestualmente a un miglioramento del sistema dei tirocini, riformandolo, garantendo condizioni lavorative migliori e aumentando il numero di posti e sedi a disposizione senza ledere lo svolgimento dell'attività didattica e il diritto allo studio. Oltre a ciò, infine, risulta necessario un aumento degli spazi e dei laboratori per lo svolgimento delle lezioni e delle attività pratiche».

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