Test sierologici a pagamento dalla prossima settimana

La delibera regionale rinviata in attesa delle linee guida varate dal Consiglio dei ministri
L’autorizzazione ai test sierologici a pagamento nei laboratori privati slitta alla prossima settimana - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’autorizzazione ai test sierologici a pagamento nei laboratori privati slitta alla prossima settimana - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Rinviata alla prossima settimana l’approvazione della delibera regionale che apre ai laboratori privati accreditati la possibilità di effettuare test sierologici a pagamento.

Il testo ha bisogno ancora di alcuni aggiustamenti, tra i quali l’inclusione di altri laboratori privati accreditati nella lista. Soprattutto, è stato «congelato», seppur per breve tempo, in attesa delle linee guida nazionali sui test sierologici che sarà argomento del prossimo Consiglio dei Ministri in calendario tra oggi e venerdì.

Nei laboratori privati si potranno eseguire sia i test con prelievo del sangue sia quelli rapidi. La tariffa viene decisa autonomamente dalle aziende, trattandosi di libero mercato. Da alcune anticipazioni regionali, Ats dovrebbe coinvolgere anche i laboratori privati che sono dotati delle tecnologie adeguate per seguire i tamponi diagnostici il cui numero è in costante aumento dopo l’avvio della campagna dei sierologici nelle varie categorie di cittadini, compresi i lavoratori che hanno ripreso dopo il lungo periodo di isolamento.

Cosa deve fare una persona che, pagando, decide di eseguire il test sierologico e scopre di essere positiva alle Igm? Ricordiamo che le IgM sono immunoglobuline prodotte nella fase iniziale dell’infezione e sono presenti nel sangue mediamente 4-5 giorni dopo la comparsa dei sintomi e tendono a scomparire dopo un paio di settimana.

Ebbene, la persona positiva deve rivolgersi al suo medico di medicina generale che valuterà la prescrizione del tampone diagnostico, inserendola in una lista d’attesa del Servizio sanitario, peraltro già abbastanza lunga perché la priorità è riservata ad alcune categorie di persone, mentre i laboratori in ospedale effettuano le analisi delle persone ricoverate.

Nel frattempo, chi ha avuto il referto di positività deve rimanere in isolamento perché potenzialmente contagioso.

La decisione che sta per assumere la Giunta «si è resa necessaria proprio per ampliare la platea delle persone testate, certi che rientri nel diritto alla salute se un singolo cittadino decide di volersi sottoporre o meno a questo test». I laboratori accreditati dalla prossima settimana potranno dunque effettuare i test sierologici per la ricerca degli anticorpi IgM e IgG specifici per la diagnosi dell’infezione da Sars-CoV-2 avvalendosi anche di kit prodotti da altre aziende, oltre alla Diasorin, purché ufficialmente validate.

Ricordiamo, comunque, che si tratta di test - come più volte specificato dagli esperti - che non danno alcuna «patente di immunità», perché ancora non si sa come e quanto si sia protetti da una seconda infezione. Esiste, tuttavia, una ragionevole valutazione basata su quello che hanno insegnato altri Coronavirus, e cioè che se sono presenti anticorpi IgG, un certo grado di protezione si sviluppa, mettendo al riparto - almeno per un certo periodo - dal rischio di reinfettarsi.

I test sierologici costano mediamente, a seconda delle tipologie, tra i 4 e i 7 euro alle Regioni e tra i 25 e i 50 ai privati cittadini, mentre i tamponi arrivano fino a 60 euro. Lunedì è partita l’indagine epidemiologica nazionale su 150mila italiani con kit forniti gratuitamente dalla americana Abbott. Alcune Regioni hanno iniziato prima del via libera nazionale. La Lombardia ha acquistato 500 mila test dalla Diasorin che ha sviluppato il kit con il San Matteo di Pavia. Con l’apertura ai privati (l’elenco non è ancora disponibile) si amplia anche la platea delle aziende fornitrici di kit, purché validati. L’approvvigionamento sarà a cura dei laboratori.

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