Terzo mandato: ci pensano i sindaci di Leno, Adro, Castegnato e Capriolo

Verso il tris anche Rudiano, Bedizzole e Passirano. Si cambia invece a Salò, Erbusco e Gardone
Un gruppo di sindaci durante un'assemblea dell'Anci a Roma - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Un gruppo di sindaci durante un'assemblea dell'Anci a Roma - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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Per alcuni è un secco «no». Altri, invece, stanno valutando la possibilità di ricandidarsi continuando un percorso iniziato dieci anni prima. Così i sedici sindaci bresciani di Comuni con una popolazione compresa tra i 5mila e i 15mila abitanti al voto nel 2024 hanno accolto il decreto del Governo che consentirà il terzo mandato consecutivo.

È un «no» per Giuseppe Lama, primo cittadino di Borgo San Giacomo. Come è un «no» per Stefano Tramonti, sindaco di Carpenedolo prossimo a trasferirsi stabilmente a Dubai per lavoro. «Dieci anni sono più che sufficienti» per Pierangelo Lancelotti di Gardone Valtrompia: «Credo che a questo punto vada data nuova linfa, occorre lasciare spazio a qualcun altro. Certo, nel segno della continuità: darò ancora una mano, ma la candidatura di Roberto Bondio, attuale assessore ai Lavori pubblici, è la scelta migliore che potessimo fare. In questi anni abbiamo sbagliato a ridurre il numero dei consiglieri perché, così facendo, non si riesce a consentire di fare esperienza ai giovani e, gira che ti rigira, i nomi finiscono con essere sempre gli stessi».

Le reazioni

È un «no» anche per Gianpiero Cipani: «Dopo quattro mandati (due più due, divisi da una pausa, ndr) e raggiunti i 76 anni lascio spazio ad altri - commenta il sindaco di Salò - . Ho comunicato al mio partito il nome del candidato che potrebbe portare avanti i nostri progetti, spero che lo tenga in considerazione».

Vuol passare il testimone anche Giacomo Marniga di Borgosatollo («Nella nostra squadra ci sono altre persone valide»). «Niente terzo mandato - è la reazione di Ilario Cavalleri al decreto -. Ho già dato, dieci anni mi sembrano sufficienti. Largo ai giovani che per fortuna a Erbusco non mancano». Carlo Chiari a Cologne è «improbabile» (dice lui) che si ricandidi anche se «da quando è uscita la notizia dei tre mandati mi hanno chiamato e fermato in molti per chiedermi di pensarci».

Stefano Dotti da Verolanuova per il momento non si esprime. Idem Michele Zanardi, sindaco di Villanuova. A Bedizzole ancora non è deciso se Giovanni Cottini si ricandiderà o meno: «Ci vorranno un paio di settimane per trovare la quadra. Certo, la possibilità di un terzo mandato mi lascia tra la contentezza e la preoccupazione: sono contento perché tante persone mi stanno chiamando per incitarmi, ma sono anche preoccupato, perché ho fatto il sindaco dieci anni pensando che il limite temporale fosse quello».

«Deciderà la squadra, come abbiamo sempre fatto», è il commento di Cristina Tedaldi da Leno. «Vediamo - osserva Francesco Pasini Inverardi, sindaco di Passirano -. La questione sarà oggetto di valutazione da parte di un ampio gruppo». Idem ad Adro: «Ne discuteremo insieme alla lista per capire cosa è meglio per il paese». Sembra possibilista il primo cittadino di Rudiano, Alfredo Bonetti, tra l’altro esponente del direttivo dell’Associazione nazionale dei piccoli comuni che si batte da anni per questo risultato: «La decisione spetta al gruppo che mi ha sostenuto, non sarò io a dire "mi candido"».

Valutazioni di questa natura si faranno anche a Castegnato: «Io la mia disponibilità al gruppo l’ho data - ammette Gianluca Cominassi -. Ci ragioneremo insieme». «Ci sto pensando - aggiunge da Capriolo Luigi Vezzoli -. Mi è stato chiesto dai cittadini e dalla mia parte politica. Vedremo».

I piccoli

I mandati illimitati (per i Comuni con meno di 5mila abitanti) ingolosiscono più di un sindaco camuno. Anche se la nuova concessione creerebbe qualche imbarazzo, stravolgendo scenari in alcuni casi già definiti. Sono cinque gli interessati in Valcamonica: Cevo, Niardo, Paisco, Sellero e Vione. Il più convinto a restare è Dino Mascherpa, primo cittadino di Paisco da 15 anni, con altri mandati alle spalle: deve ancora fare un passaggio in gruppo, ma la sua ricandidatura è scontata. Di tutt’altra idea il dirimpettaio di Cevo Silvio Citroni: dopo tre lustri è convinto a «passare la mano», ma è disponibile a dare un aiuto «ma non da sindaco, tre mandati sono più che sufficienti».

A Niardo Carlo Sacristani pareva indirizzato a cedere lo scettro al suo consigliere Ivan Markus, ma potrebbe anche lui cogliere l’opportunità del quarto mandato («Vediamo», dice). Anche a Vione i giochi erano già fatti: via Mauro Testini, dentro il suo vice Stefano Tomasi, con Testini di rinforzo in lista. Non è detto però che le cose possano cambiare, anche se «non ci si deve mai innamorare delle poltrone». La situazione più contesa è a Sellero: Gianpiero Bressanelli è al terzo mandato (in totale sono però sette) e il suo sfidante Mattia Pelucchetti è pronto a riprovarci (cinque anni fa perse per due voti). Bressanelli sarà comunque della partita, con una lista che ricalca l’attuale maggioranza, ma lui non sarebbe più il candidato.

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