Terra contaminata al parco Parenzo, i Verdi: «Va rimossa subito»

L’esposto è arrivato sul tavolo di Prefettura e Ministero della transizione ecologica nel bel mezzo della mattinata di ieri.
L’accusa: a Chiesanuova un cumulo di terra contaminata è stato spostato da un parco all’altro durante i lavori di bonifica, ma è rimasto depositato con la sola copertura di un telo non fissato a dovere, tanto che al primo vento ha lasciato il materiale all’aria aperta, facendolo circolare per la strada, a pochi metri dalle case dei residenti del quartiere.
È vero: i lavori sono in capo all’azienda che si è aggiudicata l’appalto, ma - è la tesi sostenuta dall’avvocato Francesco Paolo Perez per conto del portavoce bresciano di Europa Verde, Salvatore Fierro - nonostante le segnalazioni dei cittadini e del Cdq il Comune non avrebbe vigilato né preteso una messa in sicurezza tanto tempestiva quanto efficace.
Nasce da qui, sulla scia dell’ultima protesta dei residenti (l’ultima, ma non la prima relativa alla gestione della bonifica dei parchi situati a Chiesanuova), la denuncia che chiama in causa il Ministero della transizione ecologica, al quale si chiede di intervenire in via sostitutiva con un’ordinanza contingibile urgente, «ordinanza che anche il Comune aveva il potere di emanare ma che ha scelto di non firmare» tiene a sottolineare Fierro.
Ventiquattro ore dopo che la terra inquinata è rimasta «scoperchiata», la ditta - contattata dalla Loggia - ha però provveduto a riposizionare il telo. Una misura, questa, bocciata comunque come insufficiente dai Verdi: «La preoccupazione dei residenti è legittima, specie perché tramite il Cdq hanno più volte richiesto al Comune di intervenire, senza sortire effetti. L’Amministrazione - si legge nell’esposto inviato anche alla Procura di Brescia - secondo l’art. 14 della Costituzione, ha il dovere di effettuare attività di accertamento e di ispezione per motivi di sanità e di incolumità pubblica e, quindi, di informare la popolazione».Non è tutto. «Questa situazione perdura da tempo: è necessario e urgente provvedere allo smaltimento di quel materiale». Il conferimento in discarica, infatti, è previsto dal piano di bonifica in corso. «Sì, ma il deposito temporaneo - ribatte Europa Verde - deve essere realizzato secondo le modalità previste dalla normativa, che non sono certo quelle praticate in questo caso: quel telo resta ad oggi l’unico strumento di protezione. E la sabbia si è già dispersa nei giorni scorsi: è evidente che la precauzione adottata non sia sufficiente. L’episodio può ripetersi».
E - conclude l’esposto - «non è affatto da escludersi che il danno alla salute della popolazione residente si verifichi nonostante la presenza di un telo di copertura instabile». Quale, quindi, la richiesta alle istituzioni? In primis, in chiave generale, di vigilare di più e con più attenzione sui cantieri più delicati. E, nello specifico, di «emettere un’ordinanza urgente per smaltire subito quella terra o, quantomeno, per metterla realmente in sicurezza».
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