Tenta di rubare alluminio nell’azienda di Lograto in cui lavora

Il 55enne di Rezzato è stato pizzicato con circa 200 kg di metallo caricati sulla sua auto. È accusato di tentato furto con destrezza
In una foto d'archivio, l'interno della Sepal a Lograto - Immagine tratta dalla pagina Facebook
In una foto d'archivio, l'interno della Sepal a Lograto - Immagine tratta dalla pagina Facebook
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Toccherà agli inquirenti fare luce sull’episodio, per capire se l’operaio della Sepal Spa, arrestato per aver tentato di derubare proprio l’azienda in cui lavora, in passato abbia messo a segno altri colpi. Al momento la cosa certa è che il 55enne di Rezzato è stato beccato con le mani nel sacco con circa due quintali di alluminio caricati nella sua auto: un bottino che sul mercato può fruttare oltre mille euro. Il fatto è avvenuto giovedì sera, attorno alle 21, quando la Vigilanza privata dell’azienda di Lograto, che dai primi anni Settanta opera nel settore dell’estrusione dell’alluminio e che nel 2005 era stata vittima di una rapina nella quale erano state trafugate circa 60 tonnellate di metallo, ha comunicato alle Forze dell’ordine quanto successo all’interno della fabbrica.

Stando alle prime ricostruzioni, l’azienda avrebbe iniziato a notare l’ammanco di materiale dal proprio magazzino qualche mese fa. Una situazione decisamente strana. Proprio per questo motivo, i vertici della società della Bassa, situata in via Caduti del Lavoro, avevano avviato una sorta di indagine interna, che si è conclusa l’altra sera con l’arresto del 55enne.

Gli uomini della Vigilanza, dopo averlo sorpreso con l’allumino nella sua autovettura, hanno chiamato il 112 e sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Trenzano. I militari, dopo aver fatto le verifiche, hanno proceduto all’arresto del manutentore della Sepal per tentato furto con destrezza, aggravante contestatagli in quanto il fatto è avvenuto all’interno dell’azienda in cui lavora.

L’uomo ieri mattina, però, non ha dovuto presentarsi davanti al giudice, in quanto il sostituto procuratore titolare del fascicolo ha disposto, con decreto motivato, che fosse rimesso immediatamente in libertà in quanto ha ritenuto di non dover chiedere l’applicazione delle misure coercitive.

Da parte dell’azienda per ora nessun commento.

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