Tensioni a Canton Mombello: «Dotare gli agenti del taser e trasferire almeno 150 detenuti»

Una decina di agenti fuori uso per alcuni giorni. È l’ultimo bollettino di quella che ormai viene definita la guerriglia quotidiana di Canton Mombello. La situazione dentro il carcere cittadino sta diventando sempre più insostenibile. Parola di chi ci lavora. «È un disastro. La struttura è assolutamente inadeguata rispetto ai canoni di carcerazione attuali. La tipologia dei detenuti è cambiata negli ultimi anni e ci sono tantissime persone che non possono stare in carcere» racconta Antonio Fellone, agente e sindacalista.
«Ci sono i detenuti che sanno di aver sbagliato e stanno affrontando la carcerazione secondo le regole e poi ci sono invece quelli che non accettano le norme e continuano ad aggredire verbalmente e fisicamente gli agenti che non possono reagire. È una quota del 20% e la maggior parte degli agenti è impiegata per queste persone. Ogni giorno è una guerriglia» spiega il poliziotto penitenziario. «Parliamo di detenuti che vorrebbero gestire loro il carcere. Sono divisi in bande e all’interno di Canton Mombello spesso ci sono piazze di spaccio e vogliono dimostrare il potere anche dietro le sbarre e far vedere tra di loro chi comanda» è il pensiero di Antonio Fellone, che chiede, ancora una volta, l’intervento della politica e della direzione del carcere.
La proposta
«Noi come agenti abbiamo le mani legate e non possiamo difenderci. Rischiamo denunce e i detenuti lo sanno. Andrebbero trasferiti in strutture diverse. Devono essere curati. Noi siamo pagati per garantire la sicurezza, non per la cura di persone con problemi». E avanza una proposta concreta. «Gli agenti della Penitenziaria devono essere dotati del taser (la pistola storditrice) che risulta essere un deterrente. Oggi lo hanno gli agenti della Polizia di Stato e in queste condizioni anche noi ne abbiamo bisogno. Con la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari e con le Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) piene ci troviamo questa tipologia di persone che non riusciamo e possiamo gestire».
Da tempo il carcere di Brescia è il più sovraffollato di Italia. «Per una convivenza più serena oggi dovrebbero essere trasferiti tra i 100 e i 150 detenuti. La struttura non ti permette di fare nulla. Non ci sono spazi. Non abbiamo celle dove mettere la gente» racconta Fellone. «La sentenza Torreggiani stabilisce debba esserci una certa metratura per detenuto (mai inferiore a tre metri, ndr) ma a Brescia non riusciamo a rispettarla. Anche per l’ isolamento - conclude - non abbiamo spazio. È allucinante».
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