Tennis. Libri, smash, compiti ed ace. Come crescono le racchette verdi

Sveglia alle 6, in questa stagione prima ancora del canto del gallo, una frettolosa prima colazione, quindi mezz'ora dopo Stefania Fadabini è già sui campi rossi della Rigamonti di Buffalora ad allenarsi sotto la guida di Elena Savoldi, l'ex tennista già numero 130 al mondo che da alcune stagioni si è messa al servizio dei giovani. Due ore più tardi, prima del suono della campanella, Stefania è sui banchi della terza classe del liceo linguistico dell'istituto Gambara, quindi ritorna a casa per il pranzo e tre ore dopo la ritroviamo ancora alla Rigamonti dove, questa volta sotto la guida di Emidio Rossi, continua la sua preparazione in vista dei prossimi impegni agonistici nazionali ed internazionali. Un abbinamento studio-tennis che a diciassette anni costa molte privazioni, rinunce che anche la numero uno del tennis di casa nostra Giulia Remondina ben ricorda, sacrifici che fino allo scorso anno le erano familiari.
Una passione che è anche sacrificio
Giulia ha ottenuto il diploma liceale, quindi da quest'anno può totalmente dedicarsi al tennis, prendersi le sue soddisfazioni e magari le sue rivincite contro quella malasorte che nel 2009 l'ha costretta a interrompere la scalata verso le posizioni nobili della classifica mondiale. Ora la tennista di Cossirano, che si allena all'Accademia Vavassori con l'assistenza tecnica di Mauro Pezzi, può dedicarsi al tennis a tempo pieno e i risultati sembrano cominciare a premiarla, visto che ha recentemente vinto il torneo Itf con 10mila dollari di montepremi giocato sui campi francesi di Lione.
«Archiviati gli impegni scolastici - ci conferma Giulia - mi auguro che il 2010 rappresenti una svolta determinante per il futuro; l'inizio stagionale è stato soddisfacente, ma come ogni attività sportiva anche nel tennis occorre guardare sempre avanti, guai a cullarsi sugli allori». Anche per Giulia l'abbinamento studio-attività sportiva ha implicato severe rinunce, il tempo per i divertimenti è stato veramente poco. «Fino allo scorso anno la mia giornata iniziava alle 6.30 del mattino; da Cossirano prendevo la corriera fino a Brescia per frequentare il liceo Marco Polo di indirizzo scientifico sportivo; quindi, dopo un veloce pranzo mi recavo in stazione per salire sul treno che mi portava a Palazzolo dove da sempre mi alleno sui campi dell'Accademia Vavassori. Ora ho finito la scuola, ma gli impegni non sono calati di intensità perché, quando sono libera da impegni internazionali, la mia giornata di allenamento inizia alle 9. Dopo la sosta pranzo ritorno sui campi fino alle 17 per poi tornare in serata a Cossirano. Un'incombenza quindi non facile, tuttavia per poter migliorare la mia classifica occorre impegno; quest'anno mi sono prefissata di salire almeno fino al numero 240 al mondo, quella posizione mondiale che mi permetterà di partecipare, sia pure attraverso le qualificazioni, ai tornei del Grande Slam. L'inizio di stagione è stato promettente - conferma Giulia - e dopo l'impegno sui campi di Francia domenica prossima (la scorsa, ndr) giocherò un torneo in Svizzera. Non è facile emergere in campo tennistico, conferma la ventenne bresciana - molte sono le pretendenti al successo, quindi occorre possedere una grande dose di fermezza, di volontà, di voglia di salire sempre più in alto. Partecipare ai vari tornei significa essere sempre in viaggio, stare lontano dalla famiglia e questo costa molta fatica. Tuttavia il tennis è uno sport che mi piace quindi i sacrifici non sono pesanti perché hanno quale denominatore comune la grande passione. Sono una predestinata di questo sport - ricorda Giulia - la prima racchetta mi è stata regalata da mia zia Claudia Marsili, una forte giocatrice del passato, poi mia madre Tiziana, altra giocatrice di buon talento, ci ha messo del suo per incitarmi a fare meglio. Ed ora che la scuola è finita, archiviati per il momento i progetti universitari, voglio dedicarmi interamente al professionismo, mettermi costantemente alla prova».
Martina Parmigiani e le altre
Ha le idee chiare la ventenne di Cossirano, attualmente numero 375 del mondo. Dietro di lei scalpita un piccolo drappello bresciano rappresentante del tennis rosa che, oltre a Stefania Fadabini, comprende Martina Parmigiani (quindicenne dalle grandi capacità allenata dal padre Giorgio, quest'anno portacolori del Tennis Faenza), Francesca Sella del Tennis Carpenedolo guidata dal romano Claudio Palazzo e Martina Zavarise da poco passata sotto la guida di Simona Isidori e trasferitasi al Tennis Lumezzane; infine, Francesca Sella. Un quartetto di racchette verdi proiettate verso il futuro.
Gianfranco Poletti
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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