Teatro romano: un piano da 30 milioni di euro e l'archistar Chipperfield

Sarà l’architetto britannico David Chipperfield a immaginare il recupero del teatro romano di Brescia. Il nome circolava da tempo come quello individuato da Brescia Musei a cui affidare la supervisione del completamento della sistemazione dell’area archeologica, ma l’accordo con l’archistar inglese sarebbe stato raggiunto – secondo voci non ancora ufficialmente confermate – solamente nelle scorse settimane.
Il valore complessivo dell’operazione sull’area sarebbe di 30 milioni di euro, una cifra considerevole, che farebbe supporre un progetto molto articolato: non solo il recupero definitivo del teatro alla sua funzione di ospitalità di spettacoli pubblici, ma anche la sistemazione di palazzo Maggi Gambara dove Brescia Musei ha intenzione di ricollocare la biglietteria dell’intero complesso museale Unesco, assieme a spazi di accoglienza e spazi accessori del teatro stesso; nonché il ridisegno di tutto il sistema di collegamento con il Capitolium, rendendolo accessibile anche alle persone con disabilità.
La cordata
Per la partecipazione al notevole impegno economico, si sarebbero rese già disponibili la Camera di Commercio di Brescia e A2A (entrambe tra i soci di Fondazione Brescia Musei, la prima direttamente, la seconda tramite Fondazione Asm). Ma l’ingaggio di un nome di primissimo piano a livello internazionale come quello di Chipperfield potrebbe convincere altre realtà a partecipare all’impresa. Sulla quale, fino a questo momento, non c’è però stata un’esposizione ufficiale né di Brescia Musei, né del Comune. Per oggi è convocata una conferenza stampa alla quale parteciperanno la sindaca Laura Castelletti e i vertici della Fondazione, che a questo punto potrebbero ufficializzare il progetto.
Rispetto al quale in passato si era parlato dell’opportunità di intervenire, almeno in una fase iniziale, attraverso un concorso di idee: la proposta era stata lanciata dall’archeologo Salvatore Settis nel convegno sul teatro romano dell’aprile 2022, ed accolta dall’allora sindaco di Brescia, Emilio Del Bono.
La scelta di Fondazione Brescia Musei di coinvolgere un archistar come Chipperfield andrebbe, in questo caso, in un’altra direzione, mentre a sostegno di un concorso (di idee? Di progettazione?) si è sempre schierato il soprintendente Luca Rinaldi. Che farà sentire la propria voce giovedì 26 gennaio durante l’incontro organizzato alle 14.30 al centro Paolo VI di via Calini 30, quando dopo la presentazione dei lavori di manutenzione effettuati sui resti del teatro la scorsa estate, interverrà personalmente sul tema «Quale futuro per il teatro romano?». Da noi interpellato, il soprintendente nei giorni scorsi ha preferito non sbilanciarsi sui contenuti del proprio intervento, sottolineando però come, a suo parere, «ci sia ancora spazio per un concorso».
Il dibattito
Tutto potrebbe dipendere dal livello d’ingaggio dello studio David Chipperfield Architects da parte di Brescia Musei, se come «semplice» estensore di un piano complessivo, quindi con la possibilità poi di coinvolgere ulteriori professionisti per i singoli interventi, o se gli sarà richiesto di entrare direttamente nel merito della progettazione.
In ogni caso, Brescia Musei (e con la fondazione anche il Comune) punta alto, chiamando a Brescia il vincitore nel Pritzker Prize 2023 (considerato il premio Nobel dell’architettura), che - in entrambi i casi con il contributo ingegneristico della società Arup, che ha una sede anche a Milano - ha firmato la ristrutturazione delle Procuratie Vecchie di Venezia (per Gruppo Generali) e ha vinto il concorso per la realizzazione dell’Arena di Santa Giulia a Milano, dove si terranno le gare di hockey su ghiaccio delle Olimpiadi invernali del 2026.
Dall’Arena al teatro, il passo è breve.
(Ha collaborato Daniela Zorat)
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