Tartarughe, pesci e pappagalli: l’esotico vive nel Bresciano

Molti esemplari di specie tutelate sono detenuti da amatori. C’è obbligo di denunciare i nuovi nati
Una tartaruga Hermanni - © www.giornaledibrescia.it
Una tartaruga Hermanni - © www.giornaledibrescia.it
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Sono originari del Mediterraneo o di lontanissimi luoghi esotici, ma hanno trovato nel Bresciano il luogo ideale per vivere. Stiamo parlando di rettili, uccelli e pesci rari, protetti dalla Convenzione di Washington, che per questo vanno detenuti con uno speciale documento e quindi solo se regolarmente denunciati alla nascita. Un vero e proprio battaglione animale che ogni anno aumenta di numero grazie a tante nascite. Il Nucleo Carabinieri Cites di Bergamo, che ha la competenza territoriale per la nostra provincia, infatti registra ogni anno circa 250 tartarughe nate, 320 tra pappagalli e rapaci come poiane, aquile e falchi e 82 rettili (iguane e serpenti). «È impossibile quantificare gli adulti - spiega il tenente Laura Marianna Piussi, comandante del Nucleo Cites di Bergamo - perché non esiste un’anagrafe nazionale come per i cani quindi non possiamo sapere quanti nati in altre province siano poi approdati in Lombardia o nel Bresciano.

L’unico dato certo è quello delle denunce dei nuovi nati. Non sappiamo con certezza nemmeno il numero degli adulti non denunciati, detenuti illegalmente».

L'animale più comune è la tartaruga

 Gli animali Cites più comuni nelle nostre case e giardini sono sicuramente le testuggini, che siano quelle d’acqua o di terra. Le prime «sono vietate dal 2019 - spiega la tenente Piussi -. Cessione e vendita sono vietate e ovviamente anche l’abbandono in natura. Diversa la situazione per quelle in vendita nei negozi, ma mi sento di sconsigliarle». Queste infatti non restano grandi pochi centimetri e una volta cresciute non sono così facili da gestire. Spesso vengono quindi abbandonate e stanno invadendo e danneggiando i nostri ecosistemi. Per quanto riguarda quelle di terra la gestione non è difficile se si hanno gli spazi adeguati, ma è necessario che siano state regolarizzate.

Cosa dice la legge

La legge è molto rigida quando si tratta di animali protetti, e non solo per evitarne l’estinzione: «Il traffico di fauna protetta - sottolinea la tenente Piussi - è legato a quello di droga, legno, armi e alla corruzione». Dal 1995 non è più possibile denunciare esemplari non nati in cattività, si possono registrare quindi solo nuove nascite, ed entro 10 giorni. Nel Bresciano, ad esempio, si stima che le tartarughe adulte siano diverse migliaia e che solo il 30% sia detenuta regolarmente. Per non incorrere in multe salatissime, che vanno dai 15mila ai 150mila euro, e nella detenzione, dai 6 mesi ai 15 anni, bisogna quindi essere precisi e conoscere la norma. Ogni esemplare protetto ha un documento e, come nel caso delle tartarughe, va spostato o ceduto solo con questo, il Cites. I nuovi nati vanno denunciati entro 10 giorni dalla nascita e va inserito loro, entro tempi ben precisi, e da un veterinario, il chip.

Che fare se troviamo una tartaruga?

Sicuramente non alloggiarla nel proprio giardino. «Bisogna metterla in sicurezza - spiega la ten. Piussi - e chiamare i Carabinieri che controlleranno se l’animale ha il chip di riconoscimento, e quindi un padrone, se no verrà sequestrata e resterà a carico dello Stato». Lo stesso procedimento vale per chi si trova a gestire un esemplare detenuto da un parente defunto. Sempre meglio chiamare i Carabinieri Forestali. E ricordarsi che l’abbandono, così come la detenzione illegale, è un reato penale. «Per ogni dubbio il Nucleo Cites di Bergamo è a disposizione ogni mercoledì e giovedì - rassicura la comandante -, le pratiche sono piuttosto lunghe sì, ma perchè vengono seguite accuratamente».

Un'ultima curiosità

Tra i molti animali che devono essere denunciati ci sono anche alcune specie di pesci. Nel Bresciano di animali con squame e pinne ne nascono ben 165mila all’anno. Un numero enorme se paragonato a quello degli uccelli e dei rettili. Perché? La maggior parte di questi non sono certo squali e pesciolini tropicali, bensì storioni, quelli che hanno reso famoso Calvisano in tutto il mondo per il suo caviale che fa concorrenza a quello russo.

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