Superiori in 4 anni tra russo e diritto: al Carli primi maturati

Solo undici scuole in Italia hanno inaugurato l’esperienza quadriennale: una è a Brescia. I primi maturati usciti al Liceo internazionale Carli
  • Studenti, istituti e aule del Liceo Carli
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Concentrare in quattro anni il percorso degli studi e concluderlo con una «maturità» brillante. Impresa compiuta al Liceo internazionale Guido Carli, che affrontando per la prima volta l’esame di Stato lo chiude con esiti da record per i 25 studenti: punteggio medio di 82,74 centesimi, due soli diplomi per la fascia che va da 62 a 69, quindici esiti dall’80 in avanti compresi i due promossi con il voto massimo.

Nessuna diversità nelle prove, rispetto ai licei quinquennali, per questa innovazione didattica che consente di affrontare l’università a 18 anni, con bagaglio culturale adeguato. 

L'impegno. Quello cardine in questa realtà ideata e sostenuta dall’Associazione industriale bresciana per affrontare al meglio le sfide dell’internazionalizzazione, è «creare eccellenza».
Donatella Preti, dirigente con all’attivo decenni d’esperienza all’istituto Lunardi e al Liceo Leonardo, traduce il proposito nella concretezza di una didattica «innovativa, laboratoriale, interattiva». Che, spiega, richiede strumenti aggiornati e classi poco numerose. 

L’edificio di via Stretta 175, inaugurato nell’autunno scorso, garantisce i migliori standard a questo innovativo «liceo internazionale per l’impresa», dove si studiano in inglese la storia e le scienze nel biennio iniziale, filosofia e fisica negli anni successivi, mentre economia e diritto sono materie comuni, così come comune è l’impostazione internazionale, per i quattro indirizzi liceali: scientifico, economico sociale, classico, linguistico. 

Alla seconda lingua europea si può aggiungere, a scelta, lo studio del russo, del cinese o del giapponese e di esperienze significative si arricchisce il percorso, tra incontri in loco, stage all’estero e alternanza scuola-lavoro, prevista a Londra per le quarte del prossimo anno. 

Tra tanti fattori importanti del successo finale, la professoressa Preti dà peso all’impegno degli studenti e delle loro famiglie e in particolare si sofferma sulla «particolare attenzione e sensibilità dei docenti per gli aspetti formativi e umani, nel grande lavoro per un progetto che era tutto da costruire. Con riferimento alle indicazioni nazionali, abbiamo fatto da apripista. Il risultato dimostra che il percorso può essere compiuto in quattro anni, come in molti altri Paesi. Il modello è trasferibile, considerando che una gran parte dei diplomati oggi si iscrive all’università e ha ancora davanti un importante percorso di formazione». 

Solo undici scuole in Italia hanno inaugurato l’esperienza quadriennale, nell’attesa di un decreto che dovrebbe estenderne l’applicazione passando così ad uno step successivo rispetto a quello attuale. A Brescia, l’avvio nel 2013-14 era stato preceduto da una sperimentazione che a un doppio biennio faceva seguire un anno di approfondimenti e di esperienze professionalizzanti. I riscontri della quadriennalità sono favorevoli e a settembre, con il raddoppio delle iscrizioni, partiranno due classi prime. 

Criteri. Si valutano in ingresso attitudini e competenze, per una didattica attenta a svilupparle. La scuola paritaria comporta un impegno economico, con rette annue di ottomila euro, che possono essere ridotte o coperte da borse di studio, in considerazione del merito e dell’Isee della famiglia. Due borse in memoria del Cavaliere del lavoro Attilio Camozzi sono disponibili anche per i neodiplomati che s’iscrivono all’università. 

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