Sulla Croce di Desiderio brilla una nuova luce, più autentica

Led e scenari luminosi per il gioiello romanico di Santa Maria in Solario, che è cuore del complesso longobardo di Santa Giulia
'SOTTO UNA NUOVA LUCE'
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Una nuova luce per disvelare il volto più autentico di Santa Maria in Solario, gioiello romanico che è cuore del complesso longobardo di Santa Giulia. Un restauro, nel decennale del sito Unesco, in grado di accendere la percezione sui tesori che lo arricchiscono e «assecondare quel gioco di ombre e luci che connota il misticismo di quel periodo».

L’architetto Laura Salvatore Nocivelli, insieme ai light designer dell’azienda Run Power Plants, ha firmato il progetto che Fondazione Brescia Musei e Comune hanno messo in campo col sostegno economico dei Rotary bresciani, che hanno sposato senza esitare la causa. «Siamo felici di aver contribuito, con una risposta massiccia dei nostri club, a portare a termine questa sfida» ha esultato Sergio Dulio, governatore del Distretto Rotary 2050.

Le sfide

«L’intervento di nuova illuminazione dello splendido Oratorio di Santa Maria in Solario è un ulteriore esempio virtuoso di partnership tra pubblico e privato - ha spiegato Francesca Bazoli, presidente di Brescia Musei -. La grande sfida era mantenere il carattere intimista del luogo, dandogli al contempo maggiore leggibilità. Il risultato è eccellente». «Il nuovo design illuminotecnico - ha aggiunto il direttore Stefano Karadjov - garantisce la piena percezione dei capolavori qui conservati, fra cui la Croce di Desiderio e la Lipsanoteca, e rende magnifico il ciclo del Ferramola, finalmente percepibile in modo integrato e omogeneo».

  • La nuova illuminazione di Santa Maria in Solario
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Il restauro è frutto di un intenso lavoro di confronto, durato circa sei mesi, fra i light designer di Run Power Plants e i conservatori di Fondazione Brescia Musei. Due le sfide principali: non sacrificare alla modernità l’atmosfera di raccoglimento; e - imprescindibile - utilizzare dei corpi illuminanti «invisibili».

L’intervento

Le soluzioni individuate dall’architetto Nocivelli comprendono, al piano inferiore, un fascio di luce intensa lungo le pareti perimetrali, che esalta le murature e i monumenti in pietra. Con la luce radente che rende finalmente leggibile l’iscrizione dedicata al Dio Sole e fa risaltare le due vene colorate del «fregio abitato».

Al piano superiore è stata predisposta un’illuminazione dinamica, con una sequenza di tre scenari luminosi, regolabili anche attraverso un telecomando. Mantenendo sempre «accesa» la Croce di Desiderio, si rischiara prima il soffitto dell’aula e successivamente le pareti che alloggiano gli affreschi cinquecenteschi del Ferramola. «Complesso l’intervento sulla scala - aggiunge l’architetto Nocivelli -: una scommessa vinta all’ultimo minuto grazie all’idea di utilizzare una lunga barretta led applicata al corrimano».

Per completare l’operazione, Brescia Musei ha deciso di ripristinare anche l’uscita dall’aula superiore attraverso l’antico portale medievale, dando ai visitatori la possibilità di affacciarsi al loggiato superiore del chiostro. «Nel 2023 la nostra Brescia sarà capitale illuminata con Bergamo - ha concluso la vicesindaco Laura Castelletti -. Non poteva esserci partenza più adatta».

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