Sui bus mancano 70 autisti, ma ora il problema è la calca

Gentilini (Agenzia Tpl): «Difficile equilibrio tra mezzi disponibili e orari scolastici provvisori»
Affollamento alla fermata dell'autobus - © www.giornaledibrescia.it
Affollamento alla fermata dell'autobus - © www.giornaledibrescia.it
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Negli orari di punta delle scuole sono tutti fuori: gli autisti, i controllori, ma anche chi di norma è in officina ed è abilitato alla guida degli autobus. Nonostante questo qualche problema nei trasporti c’è, nelle ore di affollamento: sulle tratte che collegano Franciacorta e Bassa, su quelle che da quest’ultima entrano nel capoluogo, sulla linea 10 che viaggia tra Poncarale, Brescia Due, il centro città, Mompiano e Concesio, itinerario che lambisce numerosi istituti scolastici e sedi universitarie.

Se alla partenza delle scuole i timori erano più legati alla carenza di organico del trasporto pubblico locale, ora si segnalano situazioni di calca che per il presidente dell’Agenzia Tpl Giancarlo Gentilini nascono «dal difficile equilibro tra disponibilità di mezzi e instabilità degli orari scolastici provvisori. Stanno arrivando anche a noi segnalazioni, i nostri ispettori parlano di riempimento al limite. È arduo organizzare il servizio come fosse un guanto che si adatta per una settimana sola. Mancano risorse per essere più adattivi di così».

E come mai a distanza di pochi secondi in qualche caso vediamo passare un bus mezzo vuoto cui ne segue uno stracolmo? «Noi programmiamo una concatenazione di passaggi di più autobus di rinforzo. Ma spesso persiste un’abitudine degli studenti che, seppur comprensibile, risulta deleteria: lasciar passare il primo, il secondo e concentrarsi tutti sul terzo autobus, che rischia di non ripartire. Non vogliamo colpevolizzare i ragazzi, capiamo la voglia di stare insieme, ma serve maggiore educazione all’uso del mezzo».

Nel Bresciano manca una settantina di autisti. Le aziende cercano di fare «proselitismo» con campus di formazione e altre strade, tuttavia le condizioni difficili di lavoro e i turni scomodi portano i giovani «a migrare verso altre professioni». I nodi sono molteplici: il governo Draghi programmò il potenziamento della disponibilità economica. «È in atto, è vero, dopo anni di contrazione. Ma non compensa neppure l’inflazione pregressa».

In generale il sistema penalizza molto regioni come Lombardia e Lazio. «L’Europa va in una certa direzione. L’Italia dichiara di andare nello stesso verso, la Regione pure: nella pratica non è così. Eppure l’istruzione è obbligatoria fino a 16 anni, no? Questo dovrebbe accordare una precedenza ai collegamenti verso le scuole ma non è così».

Il rinnovamento della flotta poi è «importante per l’ecologia ma non trasporta magicamente più passeggeri: per avviare un ciclo virtuoso servono più autobus e autisti. Più corse, meno auto, meno incidenti». E le aziende? «I contratti sono del 2004, rinnovati solo in parte nel 2021: sui costi aumentati, di carburanti e altro, non abbiamo riconosciuto niente alle ditte. Urge un grosso piano strategico».

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