Studenti fuori sede senza tende ma affitti senza tetto

Delle tende che spuntano come funghi davanti ai rettorati di mezza Italia, a Brescia per ora non c’è nemmeno l’ombra. Se nella nostra città le proteste degli universitari non sono sfociate in azioni clamorose contro l’aumento degli affitti, è forse perché, anche in tempi recenti, alcuni investimenti sono stati fatti.
Proprio l’anno scorso è stata inaugurata la residenza della Statale sulla Triumplina, dove c’era l’hotel Ca’ Nöa: 98 posti che hanno portato la disponibilità complessiva dell’ateneo a 496. La cifra raddoppia se consideriamo l’ampio ventaglio di collegi e convitti privati. I fuori sede però sono molti di più, quasi 4mila, cosa che consegna all’offerta il coltello dalla parte del manico. I costi delle stanze singole sono però schizzati alle stelle anche perché questo tipo di alloggio non è più cercato solo dagli universitari, ma sempre più spesso pure dai giovani al primo impiego.
Aggiungiamoci pure l’inflazione ed ecco che a Brescia si arriva a una media di 382 euro (+7,5% in pochi mesi). Il timore che a settembre, quando gran parte degli studenti si rimetterà alla ricerca di un tetto, ci possa essere un’ulteriore stangata, non pare certo infondato. Come non è infondata la preoccupazione (e la rabbia) dei tanti bresciani costretti a pendolare o a sborsare cifre ancora più alte in altre città.
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