Strage: l'allora minore in silenzio coi pm svizzeri

A Berna l'interrogatorio di Marco Toffaloni, chiamato in causa dagli ex di Ordine Nuovo
Strage, l'allora minorenne in silenzio davanti ai magistrati
AA

E’ rimasto in silenzio sulla quella mattina del 28 maggio 1974 quando non aveva ancora 17 anni. Ed era un ragazzino collegato alla destra estrema veronese. Oggi di anni ne ha quasi 58, vive in Svizzera, ha un doppio passaporto, italiano e elvetico, e anche un nuovo nome e un cognome tedesco, frutto di un matrimonio poi finito. E sui fatti della strage di Piazza Loggia non ha voluto rilasciare una parola. Lo scorso 3 febbraio Marco Toffaloni, veronese di nascita,  è stato interrogato a Berna dai magistrati svizzeri su imput della Procura dei Minori di Brescia che ha chiesto l’interrogatorio per rogatoria. In Svizzera era arrivata la presidente della Procura dei minori di Brescia Emma Avezzù che ha sul tavolo un’inchiesta aperta nei confronti dell’allora minorenne Toffaloni, accusato di concorso in strage. Fu il collaboratore di giustizia Giampaolo Stimamiglio a dire agli inquirenti: “Toffaloni mi raccontò che la mattina dell’esplosione della bomba lui si trovava in Piazza Loggia”. 

Il silenzio dei giorni scorsi davanti alle autorità svizzere dell’ex ragazzo della destra estrema legato ad Ordine nuovo, non ha stupito gli inquirenti bresciani. Già due volte Toffaloni non si era infatti presentato negli uffici  della Procura d Brescia che lo aveva convocato. Dalla fine degli anni Ottanta vive in Svizzera e la sua ultima volta in Italia è datata 25 dicembre 2012 quando venne fermato ed identificato su indicazione dei magistrati bresciani. La decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere non porterà comunque all’archiviazione dell’inchiesta. La Procura dei minori di Brescia intende infatti proseguire con le indagini: dalle analisi delle fotografie della mattina del 28 maggio 74 in piazza Loggia e fino al controllo dei registri di classe del Liceo di Verona Fracastoro, frequentato 40 anni fa da Toffaloni. Di certo ci sono i rapporti con Brescia maturati in quegli anni. Dall’amicizia con Silvio Ferrari ai legami con i quattro minorenni che vennero arrestati proproio il giorno dei funerali di Ferrari, ucciso dall’esplosione della bomba che stava trasportando sulla sua vespa. Oggi con le nuove indagini su Marco Toffaloni, quei legami sull’asse Brescia-Verona tornano d’attualità.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia