Strage di Torchiera: Viscardi si rivolge alla Corte di Strasburgo

L'unico superstite della strage chiede ora l'intervento della Corte dei diritti dell'uomo per la prova del dna sul cadavere di Manolo
TORCHIERA: LA STRAGE A STRASBURGO
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Guido Viscardi ha deciso di tentare l'ultimo disperato appello alla giustizia europea, per trovare un po' di pace e rimettere ordine nella sua vita, stravolta dalla tragedia che lo ha colpito quel ferragosto di 27 anni fa. Vuole essere certo che l'uomo sepolto in un cimitero in Serbia sia realmente Manolo, lo spietato criminale che in una notte di follia ha massacrato l'intera sua famiglia: i genitori Giuliano e Agnese, il fratello Luciano e la sorella Francesca.

Ha chiesto la prova del Dna, ma il tribunale ha respinto la sua istanza. Ha deciso quindi di andare a Strasburgo, alla Corte dei diritti dell'uomo, e a farlo nel modo più eclatante possibile: all'alba di lunedì parte in auto con due delle sue tre figlie; alla macchina incollerà le foto della madre così come l'ha vista lui quella mattina, quando tornando a casa ha scoperto i cadaveri della sua famiglia.

Condannato da un tribunale jugoslavo a 40 anni di carcere, di Manolo si erano perse le tracce fino a quando nel 2015 anche la Corte d'Assise di Brescia decise di aprire un processo a suo carico. Processo che non partì mai perché dalla Serbia arrivò un certificato di morte dell'uomo, che non indicava però il luogo della sepoltura.

Grazie al lavoro del Giornale di Brescia si è individuata una tomba in un cimitero di Kragujevac, indicata da una donna come luogo di sepoltura di Manolo. Una prova che non soddisfa però Viscardi, che chiede la prova del dna.

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