Strage di Erba, Olindo e Rosa: «Sono 17 anni che nessuno ci ascolta»

Così marito e moglie condannati all'ergastolo in una lettera al Tg1. Il primo marzo a Brescia l'udienza per la revisione del processo
Olindo Romano e Rosa Bazzi ai tempi del processo - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Olindo Romano e Rosa Bazzi ai tempi del processo - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
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«Sono 17 anni che non abbiamo diritto di parola che nessuno ascolta quello che noi diciamo ad alta voce dal 10 ottobre 2007 quando abbiamo ritrattato le nostre false confessioni». Così Olindo Romano e Rosa Bazzi, in carcere per la strage di Erba, in una lettera inviata al Tg1 delle 20, a due giorni dalla decisione della Corte d'appello di Brescia di accogliere la loro istanza di revisione del processo. La lettera è firmata da tutti e due ma a redigerla, con qualche errore di grammatica, è stato Olindo che oggi nel carcere di Opera ha incontrato il suo tutore, Diego Soddu. 

«Per la maggior parte dei giornalisti siamo dei mostri e basta. Non importa se per convincere l'opinione pubblica sono state diffuse bugie di ogni tipo. L'ultima notizia falsa - scrive Olindo - è uscita due giorni fa e si riferisce alle sue impronte digitali che sarebbero state rinvenute sul quadro elettrico di casa Castagna, una circostanza smentita dagli atti». Secondo Olindo, lui e la moglie sono stati il capro espiatorio della strage: «Se la sono presa con due persone che non sapevano come difendersi, che all'inizio hanno avuto un avvocato d'ufficio che durante gli interrogatori è stato quasi sempre zitto. È troppo brutto far uscire la verità che può trattarsi di criminali che hanno fatto tutto questo per la droga?». 

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