Strage dell'Heysel: «Dopo 36 anni aspetto un risarcimento vero»

Parla Marie Andries, vedova di Tarciso Salvi, unica vittima bresciana all'Heysel il 29 maggio 1985
La signora Marie Andries - Foto © www.giornaledibrescia.it
La signora Marie Andries - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Per lei il 29 maggio è una ferita mai rimarginata. E che mai si rimarginerà. «Da quel giorno è cambiata la mia vita, ho perso mio marito e padre di quattro figli. E tutto per una partita di calcio» racconta Marie Andries, la vedova di Tarciso Salvi, proprietario allora della pizzeria Cucca in città e l'unica vittima bresciana dell'Heysel in quella che fu una serata maledetta. 

In occasione della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool morirono nella calca 38 tifosi, dopo il crollo di un muro dello stadio di Bruxelles. «Lui era interista, gli regalai io il biglietto e non l’ho più visto tornare» ricorda Marie, nata in Belgio e che oggi ha 85 anni. «E da 36 aspetto un risarcimento vero. Ho preso 50 milioni con 4 figli da crescere e avevo pagato a mie spese il funerale. Un risarcimento ridicolo rispetto a quanto invece ottenuto da altri familiari» spiega la donna.

«A me arrivarono due milioni di lire. É davvero una vergogna» aggiunge Giovanna, una dei quattro figli di Tarcisio Salvi. La signora Marie da tempo coltiva un sogno che ancora non è riuscita a realizzare. Dopo aver lasciato l’appartamento Aler a San Polo si è trasferita a San Gervasio vicina ad un altra figlia.

«Sono in un piccolo appartamento in una struttura dove si mandano le persone a morire e non voglio più stare» racconta in lacrime la vedova Salvi. «Chiedo un aiuto per una casa Aler a Borgosatollo dove potrei andare al cimitero a trovare mio marito. Non so ancora quanto vivrò, ma vorrei essere serena come oggi non sono» è l’appello disperato della signora Marie. «Il 29 maggio del 1985 la mia vita è stata stravolta. Oggi, in questo giorno per me sempre di dolore, spero di poter avere un regalo. Un piccolo appartamento nel paese natale di mio marito».

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