Storia dei saldi

La parola saldo viene dal lessico commerciale e la loro nascita risale al periodo fascista
Saldi al via - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
Saldi al via - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Oggi 5 gennaio, anche in Lombardia così come in altre regioni italiane, hanno ufficialmente inizio i saldi invernali.

I saldi sono vendite a prezzi ribassati di abbigliamento e accessori e vengono proposti due volte l’anno: dopo le feste natalizie e nei primi giorni di luglio.

La parola saldo viene dal lessico commerciale (la differenza tra le entrate e le uscite sono un saldo, positivo o negativo) e indica la marce rimasta invenduta a fine stagione e la vendita stessa dei capi invenduti. In Italia la nascita delle vendite straordinarie o di liquidazione risalgono al periodo fascista.

Il 2 giugno 1939 vennero approvate le vendite straordinarie: «forme di vendita al pubblico con le quali un commerciante cerca di esitare in breve tempo tutte le proprie merci o gran parte di esse, presentando al pubblico la vendita come occasione particolarmente favorevole».  

Il primo disegno di legge nazionale in materia di saldi fu però presentato nel luglio del 1979. Nel discorso di presentazione, Aristide Tesini  additò le pubblicità illusorie promosse dai negozi e insinuò che gli sconti in realtà non venivano applicati.

Nel 1980, le Camere di commercio stabilirono dei periodi precisi dell’anno in cui si poteva dare il via ai saldi e la durata delle svendita, non più di quattro settimane.

Nel 1998 si stabilì che ogni Regione poteva decidere il periodo di saldi a patto che non si prolungassero per più di quaranta giorni. I negozianti hanno oggi l’obbligo di applicare effettivamente degli sconti, esporre visibilmente i prezzi in saldo dividendoli dagli altri capi e dare la possibilità di cambio merce in garanzia dei capi difettosi.

 

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