Spinge a terra la maestra che perde i sensi: paura in una scuola elementare della città

Il protagonista è un bimbo di nove anni seguito dagli assistenti. Il dirigente scolastico: «Siamo in forte difficoltà»
Un bimbo in classe
Un bimbo in classe
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Sono stati attimi di terrore. E a un certo punto si è temuto anche il peggio nei corridoi dell’istituto comprensivo di via del Verrocchio a San Polo, in città. Quando a terra la maestra non rispondeva più. Per alcuni minuti ha infatti perso conoscenza l’insegnante di scuola elementare che ieri mattina, nelle prime ore di lezione, è stata spinta da un suo alunno e che, cadendo, ha picchiato violentemente la testa sul pavimento.

Una vicenda figlia di uno scatto d’ira, repentino e ingestibile, da parte di un bambino di nove anni, che ha un disturbo certificato e che è seguito dagli assistenti di sostegno. Due anni fa aveva colpito un’altra docente con una testata al volto. Ieri è riuscito a scappare, ha visto in lontananza la sua maestra che, a suo dire, il giorno prima lo aveva ingiustamente richiamato e l’ha spinta senza darle modo di difendersi. Subito soccorsa dai colleghi, la donna, 29 anni, ha perso conoscenza per alcuni interminabili minuti, come raccontato dal personale scolastico. Poi si è ripresa ed è stata trasportata in ospedale con una forte commozione cerebrale. Anche il bambino è stato trasferito sotto osservazione nel reparto pediatrico.

Il preside: «Siamo preoccupati»

«Non è il primo episodio violento che vede protagonista l’alunno e ogni volta abbiamo fatto una relazione ai servizi sociali e alla Neuropsichiatria infantile del Civile. Chiediamo da tempo, noi come la famiglia, un intervento medico per un’analisi approfondita del caso perché la gestione del bambino quando perde le staffe per noi insegnanti è impossibile» spiega il preside Gaetano Greco.

«Parliamo di un bambino intelligente, che sta migliorando molto anche a livello di studio, ma che se in preda a uno scatto scatto d’ira non riusciamo a contenere anche perché fisicamente ha una forza superiore rispetto ai coetanei e non possiamo certo pensare di intervenire con la forza. Non è nemmeno immaginabile tenerlo sotto controllo tutte le ore e tutti i giorni» analizza il dirigente scolastico della scuola elementare si San Polo. «È una situazione molto difficile da gestire. C’è il massimo impegno nostro e anche la madre non si è mai sottratta, ma il caso si inserisce in una situazione complessiva che ormai è al limite» aggiunge Gaetano Greco.

Un insegnante spaventato per quanto accaduto e allo stesso tempo preoccupato. Il suo è un allarme dettato dai numeri. «Su 1074 studenti iscritti, 65 necessitano del sostegno. A Brescia siamo tra le scuole più in difficoltà sotto questo punto di vista» si sfoga il preside. «La legge - prosegue - prevede che, in presenza di un bambino con disturbi del comportamento, le classi non possano superare le 20 presenze, ma non riusciamo a rispettare le norme, anche se riconosciamo che l’Ufficio scolastico territoriale nell’ultimo anno ha dato il via libera a una prima in più». Probabilmente non basta. «La scuola - è l’sos del preside di San Polo - da sola non può prendersi carico di casi di bambini con disturbi del comportamento che sono sempre più in aumento». 

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