Spazi trascurati, in città entrano in azione i Custodi del bello

L’iniziativa vede già impegnate persone con fragilità a Buffalora e Sant’Eufemia: ecco la road map
Un volontario al lavoro - Foto Facebook
Un volontario al lavoro - Foto Facebook
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Sfoggiano il loro giubbetto arancione con la scritta «Custodi del bello» e sono all’opera nel frutteto di Sant’Eufemia e nella sala civica di Buffalora. Presto li si vedranno intenti a lavorare anche a Caionvico, a Sanpolino, in Largo Torrelunga e a San Polo Cimabue per la zona est della città. E da aprile anche in alcuni quartieri della zona nord, a partire da Casazza. Loro sono le persone con fragilità, veri e propri «custodi» del patrimonio pubblico (fatto di parchi, giardini, edifici) che si prenderanno cura di spazi a volte trascurati o che hanno bisogno di essere rigenerati.

In campo

Una rigenerazione, insomma, prima di tutto umana e sociale quella delle persone coinvolte da Fondazione Opera Caritas San Martino, Comune di Brescia, Associazione Dignità e lavoro, le cooperative Essere e Kemay, le parrocchie e i Consigli di quartiere. Anzi, proprio da queste realtà territoriali sono arrivate le indicazioni riguardo i luoghi che hanno bisogno di tornare all’antico splendore.

Da novembre ad aprile i custodi sono impegnati nella zona est della città. Le squadre - composte da due responsabili, quattro tirocinanti e due volontari - sono attive nel frutteto di Sant’Eufemia (che era stato voluto dalle Acli), con lavori di pulizia da fogliame, sterpaglie, potatura di alberi e ripulitura dei muri. Ma sono al lavoro anche nella sala civica di via Buffalora 81/E per la sua ritinteggiatura.

Prossimi progetti? Molti. Ci sono il restauro e la verniciatura di cinque panchine nella piazza di Caionvico, la ripiantumazione decorativa dell’aiuola di Sanpolino tra corso Bazoli e via degli Alpini, la verniciatura del muretto esterno sul retro della biblioteca di Largo Torrelunga e la pulizia del campetto da tennis a San Polo Cimabue per restituirlo alla cittadinanza come spazio gioco. In questo modo la cura del patrimonio pubblico si sviluppa come un impegno condiviso e diventa occasione per generare relazioni.

Inclusione

Per il Comune si tratta di «uno strumento di coesione sociale, inclusione, scoperta della bellezza dei nostri luoghi». Dai quartieri ad est della città il progetto si allargherà ad aprile alla zona nord, seguendo un percorso preciso che consiste prima nell’incontro con i Cdq, i punti comunità, le parrocchie per trovare gli spazi da riqualificare, seguito poi dal sopralluogo degli organizzatori che ne verificheranno la fattibilità, quindi si proseguirà con la condivisione delle zone con il Comune e infine arriverà la richiesta di autorizzazione per organizzare e calendarizzare gli interventi.

Tra i Cdq a nord della città che hanno aderito al progetto quello di Casazza ha proposto, ad esempio, un intervento al parco di via Gadola che consiste in riverniciatura delle porte del campo da calcio, manutenzione della piastra da basket, pulizia delle sedute in cemento delle tribune e riverniciatura del bagno pubblico. Inoltre potrebbero essere realizzate anche le strutture in legno per lo spazio Agility nell’area cani.

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