Sono trentamila i bresciani over 60 affetti da fragilità severa o grave

Pari al 7,5% di popolazione in quella fascia d’età: posti insufficienti nelle Rsa e nell’assistenza a domicilio
La risposta ai bisogni è spesso legata ad iniziative private - © www.giornaledibrescia.it
La risposta ai bisogni è spesso legata ad iniziative private - © www.giornaledibrescia.it
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Tutti siamo fragili. Gli anni drammatici che abbiamo vissuto dall’inizio della pandemia lo hanno ampiamente dimostrato. Tuttavia, solo nel Bresciano, ci sono più di 370 mila persone che sono più fragili di altre perché convivono con una o più malattie croniche.

L’indagine di «Italia Longeva», l’Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva del ministero della Salute, disegna una mappa dettagliata della fragilità in Italia, evidenziando che «servizi di assistenza domiciliare e Rsa non sono proporzionati al numero di fragili in tre regioni su quattro». La Lombardia è una di queste tre.

L’indagine

All’indagine, curata da Davide Vetrano, geriatra al Karolinska Istituto di Stoccolma e presentata ieri a Roma, hanno contribuito, tra gli altri, Alberto Zucchelli, geriatra del Dipartimento di Scienze cliniche e sperimentali dell’Università degli Studi di Brescia e Pierangelo Lora Aprile, segretario scientifico Simg e medico di Medicina generale di Desenzano.

La mappa evidenzia la proporzione di persone di età pari o superiore ai sessant’anni affette da un numero crescente di malattie croniche. Ricordiamo che in provincia di Brescia ha più di sessant’anni il 31% della popolazione residente, pari a 378.664 cittadini. Ebbene, di queste, solo il 2,2% (circa ottomila persone) non soffre di alcuna patologia cronica. Per le rimanenti, è un crescendo che va dal 3,7% con una sola malattia, il 4,6% con due, il 5,9% con tre, il 7,2% con quattro e il 76,3% con cinque o più malattie croniche. Leggendo questo ultimo dato, non si può non ricordare che sono quasi 95mila i residenti nella nostra provincia con più di ottant’anni.

La mappa

Altri dati, ancora riguardanti gli over 60 bresciani. Non è fragile il 44,5% di loro; presenta una fragilità lieve il 34,2%, moderata il 13,8% e severa il 7,5%. Tradotto: ci sono oltre 28mila persone che hanno bisogno di un’attenzione speciale in termini di servizi sanitario e socio-assistenziali. Si legge nell’indagine: «In controtendenza rispetto alle politiche sanitarie della maggior parte dei paesi europei, che sempre più aderiscono al principio della casa come luogo di cura, in Italia si è registrato un incremento, sebbene molto esiguo, del numero di anziani assistiti in Residenze Sanitarie Assistenziali, le Rsa.

Nel 2020, le Regioni e Province autonome che hanno registrato un maggior numero di over 65 assistito in strutture residenziali erano la Provincia Autonoma di Trento (7,64%), il Piemonte (4,35%) e la Lombardia (3,87%)».

I servizi

Ancora, sono 5,74 ogni mille gli over sessanta fragili che nel nostro territorio - in base a quanto evidenziato dall’indagine di Italia Longeva - si avvalgono di trattamenti semiresidenziali. Si tratta di una modalità ibrida di assistenza al paziente cronico con bisogni complessi, ma allo stesso tempo gestibili entro un numero limitato di ore presso strutture preposte, con permanenza presso il proprio domicilio e disponibilità di un’integrazione assistenziale da parte di caregiver formali ed informali.

Perché saperlo

«L’approfondimento di Italia Longeva di quest’anno entra a gamba tesa sul tema della fragilità. Un termine inflazionato durante gli ultimi due anni e mezzo, ma che rappresenta il cuore del problema se si vogliono davvero affrontare i temi del bisogno socioassistenziale degli anziani e le corrispettive risposte – ancora sottopotenziate - dei servizi territoriali di long-term care - scrive nella prefazione Roberto Bernabei, presidente Italia Longeva -. Gli anziani fragili rappresentano la fetta di popolazione che se la vede peggio di fronte ad una pandemia, durante le stagioni influenzali o durante un’ondata di calore. Poter misurare la fragilità e mapparla sul territorio è un passaggio obbligato se vogliamo davvero conoscere lo stato di salute del nostro Paese».

Nelle Rsa

Torniamo ai dati. La nostra realtà, ai primi posti rispetto ad altre Regioni italiane (preceduta da provincia autonoma di Trento e Veneto e sostanzialmente in linea con Toscana, Friuli, Piemonte, Marche ed Emilia Romagna), ospita nelle Rsa meno di quattro anziani su cento. E meno di sei su mille accede a servizi semiresidenziali. Misurare la fragilità non è solo un esercizio statistico.

Il dottor Lora Aprile: «Consente anche a noi, medici di medicina generale, di identificare e stratificare in modo proattivo la nostra popolazione fragile, premessa indispensabile per elaborare un Progetto di salute sartoriale e anticipatorio verso i bisogni sommersi. Il Progetto di salute deve rappresentare il filo conduttore della storia della persona e dei suoi bisogni clinico-assistenziali in un percorso unico che parte non dal momento in cui il bisogno si manifesta, ma molto tempo prima, quando è ancora possibile intervenire sui fattori di rischio rilevati».

 

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