Società cartiere e frodi fiscali, 5 in cella

Emissione di fatture false e bancarotta le accuse contestate al gruppo. In carcere pure un commercialista
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Un commercialista bergamasco di 57 anni e quattro imprenditori bresciani sono in carcere da lunedì con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e alla frode fiscale. Ad aprire loro le celle del penitenziario di via Gleno a Bergamo e di Canton Mombello a Brescia è stato il fermo disposto dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi ed eseguito dagli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Brescia.

Contestualmente le Fiamme Gialle hanno iniziato ad eseguire sequestri per 50 milioni di euro. A tanto arriverebbe la frode confezionata a danno dell’Erario e della concorrenza leale. I settori produttivi di elezione dei quattro imprenditori finiti in manette sono quelli del commercio e della lavorazione dei metalli ferrosi e delle materie plastiche

Gli indagati costituivano e mandavano al fallimento aziende non prima di averle caricate di contenuto, aver fatto emettere ed incassare fatture per operazioni inesistenti, averle svuotate e destinate così al naufragio.

Il tutto, stando a quanto ha ricostruito l’accusa, avveniva in tempi rapidi, rapidissimi. In questo modo gli indagati speravano di rimanere al di sotto dei sospetti. Vasi comunicanti, quelli realizzati con il contributo del professionista contabile, attraverso i quali sono passati milioni e milioni di euro sottratti al fisco, ma anche a quanti, a causa delle bancarotte, si sono trovati in credito con le aziende di volta in volta cannibalizzate.

Gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito anche diverse perquisizioni nelle case e negli uffici di imprenditori della provincia

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