Sin Caffaro, i Verdi chiedono verifiche sul bando per la bonifica a Roma

Alla Camera la deputata Evi ha depositato un’interrogazione: «Servono controlli sulle ditte in gara»
Alcuni pozzi dentro la Caffaro - Foto Comune di Brescia
Alcuni pozzi dentro la Caffaro - Foto Comune di Brescia
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«Ho appena presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per sollecitare un’azione incisiva e trasparente nel processo di bonifica del Sito di interesse nazionale di Brescia Caffaro. È inaccettabile che, nonostante i significativi fondi stanziati e l’urgenza di intervenire su una delle più gravi emergenze ambientali italiane, testimoniata dai danni alla salute pubblica evidenziati dal rapporto Sentieri, i progressi siano stati insufficienti. La situazione richiede una risposta rapida e decisa».

A dirlo è la co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Eleonora Evi, che spiega: «La storia di inquinamento di Brescia legata alla Caffaro è una piaga nel nostro Paese: per troppi anni, i cittadini hanno vissuto con l’ombra del disastro ambientale e con una realtà fatta di sostanze nocive, come diossine e Pcb, che hanno segnato indelebilmente la salute pubblica con livelli di tossicità allarmanti. Europa Verde, in particolare il gruppo locale di Brescia, si è incessantemente battuto per portare all’attenzione di istituzioni e opinione pubblica l’assoluta necessità di una bonifica effettiva e sicura, che non può più aspettare oltre».

Ma Evi punta la lente di ingrandimento anche sull’iter di verifica delle offerte arrivate sulla scia del bando di gara per la messa in sicurezza e la bonifica dell’area industriale da 110mila metri quadrati compresa fra le vie Nullo, Milano e Morosini, in città. «Con quest’ultima interrogazione, noi di Europa Verde non solo continuiamo la nostra battaglia, ma esigiamo anche trasparenza e responsabilità. È doveroso che il Ministero conduca approfondite verifiche sui due raggruppamenti di imprese candidate alla bonifica, per prevenire qualsiasi conflitto di interesse o influenze deleterie che potrebbero ostacolare o deviare il percorso di risanamento ambientale che i cittadini di Brescia aspettano da troppo tempo». Il riferimento è alla denuncia, arrivata dal gruppo locale dei Verdi, di due inchieste in corso a carico di altrettante ditte che fanno parte dei raggruppamenti temporanei d’impresa «candidati» per i lavori. «La tutela della salute e dell’ambiente non ammette ritardi né superficialità: la nostra comunità - conclude Evi - merita risposte concrete e azioni efficaci». 

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