Sicurezza stradale, l’emergenza ora sono camionisti e cellulare

Le buone notizie ci sono. Ma non sono molte e piuttosto datate. Mentre le cose da fare per una vera cultura della sicurezza stradale e dunque per abbattere definitivamente la mortalità stradale sono ancora moltissime. Lo dicono i dati che, purtroppo, negli ultimi anni non hanno visto il calo che si sperava e lo ribadisce anche Giordano Biserni, presidente nazionale dell’Asaps, l’Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale.
Dal punto di vista dei provvedimenti che hanno funzionato Biserni parla di «un elenco che si stila brevemente e che ha radici ormai lontane: la patente a punti ha portato una vera rivoluzione e poi, nel 2016, l’omicidio stradale. Questa seconda novità normativa purtroppo negli ultimi tempi ha perso un poco di efficacia deterrente perchè abbiamo assistito ad un appiattimento delle pene che ormai sono mediamente attorno ai tre o quattro anni».
Buone intenzioni che però non hanno inciso sui grandi numeri sono poi state «le norme contro l’abbandono dei bambini in auto e quelle del 2020 sulla circolazione dei ciclisti. Ma servirebbe altro».
Altro tema di primo piano su cui si sono raggiunti risultati importanti è quello dell’alcol alla guida: «La legge 120 del 2010 ha segnato un passo avanti sotto diversi aspetti, anche quello dell’alcol per cui si sono inasprite le pene». A breve si attende una legislazione specifica per i monopattini e, tra gli altri, Regione Lombardia ha già avanzato qualche proposta. «É giusto occuparsi anche di questo, è certamente la nuova prospettiva della mobilità in alcuni centri urbani e serve una normativa. Ma non credo che possa essere una tematica che inciderà fortemente sulla sicurezza stradale in generale - spiega Biserni, che prosegue - ci sono purtroppo molte altre cose da fare che mancano».
Occasioni perse. Da tempo l’Asaps e non solo chiedono una complessiva riforma del codice della strada che però non è ancora arrivata mentre sulla strada si continua a morire. Solo nei mesi estivi, in tutta Italia, sono morti 59 ciclisti, 64 pedoni e 150 motociclisti solo nei fine settimana. «Il primo nemico è la distrazione e in questo il cellulare è pericolosissimo. Alla guida oltre a parlare, non sempre con gli strumenti adeguati, si mandano messaggi, si scattano fotografie, si cercano notizie. Guidare è l’ultima cosa a cui ci si dedica quando si è al volante e su questo bisogna molto lavorare».
Per Biserni poi un ragionamento a parte lo meritano i mezzi pesanti e gli autisti professionali. Nel bresciano nel 2021 sono stati nove i sinistri mortali che hanno coinvolto mezzi pesanti ma a livello nazionale «sulle sole autostrade siamo passati dal 40% di incidenti mortali con coinvolti mezzi pesanti del 2016 all’attuale 70%». Per Biserni «gli autisti sono intrappolati con tempi di guida troppo lunghi, consegne troppo ravvicinate e non sono nella condizione di rispettare le norme, con rischi per tutti gli utenti della strada».
I controlli. L’ultimo tema che il presidente dell’Asaps vuole toccare è quello delle pattuglie sulle strade: «Ho lavorato per 30 anni nella Polizia Stradale e dico con amarezza che ora si vedono sempre meno pattuglie. A Brescia è stata per ora scongiurata la chiusura dei distaccamenti di Iseo e Salò ma non è detto che in futuro non se ne torni a parlare mentre molte realtà importanti, anche in zone turisiche, hanno perso la presenza del distaccamento della Stradale». Interventi legislativi, buone pratiche da parte dei conducenti, formazione a tutti i livelli insieme alle doverose, e certe, sanzioni per chi non rispetta le regole sono l’unico sistema per provare a ridurre la mortalità e tutela la vita anche sulla strada.
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