Si restaura l’«old» Diamond, il bestione delle cave di Botticino
Nel dopoguerra, la sua sagoma dai tratti inconfondibili è stata la prima nella storia ad arrampicarsi su quel versante di montagna botticinese altrettanto inconfondibile. Poi, negli anni ’60, per il bestione a stelle e strisce è arrivato il pensionamento e sono cominciati il lungo deposito in un cortile di via Cave, a Mattina, e l’accumulo di anni e ruggine.
Ora, però, per il Diamond T980, costruito negli anni ’30 e primo camion a salire nelle cave di Botticino, è tempo di ritrovare il vecchio smalto. E a ridarglielo ci sta pensando il gruppo La Pietra, che del bacino marmifero (ma non solo), di chi vi ha lavorato, delle storie che lo hanno attraversato, cerca di custodire storia e memoria.
«Il camion – spiegano Giovanni Forti, Diego Caruso e il figlio15enne Davide che vi stanno mettendo mano – fa parte di quei residuati bellici abbandonati dagli americani dopo la Seconda Guerra Mondiale. La famiglia Benetti pensò di acquistarlo, insieme ad altri tre mezzi, e di portarlo da Cividale del Friuli, dove si trovava, a Botticino. Qui, con la costruzione delle strade tra le bancate di marmo, fu il primo a salire nelle cave e a caricare sulla sua schiena la nostra preziosa pietra».

Prima di questi, e fino agli anni ’50, a monte, con la lizzatura (l’ultimo capo operazioni, Firmo Ziliani, è scomparso di recente) erano braccia e gambe dei cavatori a controllare la discesa dei blocchi verso valle, verso cioè i vagoni e la locomotiva per il trasporto su rotaia. Via del Marmo allora non esisteva, quindi il Diamond - 14.700 di cilindrata, 185 cavalli e motore a 6 cilindri Hercules Diesel - transitava per via Cave.
«Un restauro già c’è stato nel '99. Ora, fatto il trattamento mangiaruggine, stiamo cercando di riportalo il più possibile vicino all'aspetto originale, con la ritinteggiatura». Sul suo dorso riposa anche una draga a funi impiegata per il caricamento pietre: «Pure lei ha bisogno di cura, è mancante del braccio che stiamo cercando e chiediamo la collaborazione dei lettori del Giornale di Brescia per la scelta del colore. Questi sono pezzi della nostra storia e stiamo ragionando alla loro valorizzazione in un percorso più ampio, in vista anche di Bergamo e Brescia 2023».
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