Sesso con una 16enne, Bonomelli resta in carcere

Respinta dal tribunale del Riesame la richiesta di scarcerazione dell'ex presidente della comunità
Il Palagiustizia di Brescia -  © www.giornaledibrescia.it
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Giovanni Bonomelli e Michela Righetti restano in carcere. L’ex presidente della comunità di recupero per tossicodipendenti «Lautari» e la sua complice dovranno rivolgersi ad altro giudice per lasciare le celle nelle quali sono detenuti in custodia cautelare dal 15 febbraio scorso, con l’accusa di atti sessuali con una minorenne.

La decisione del Riesame è arrivata nel primissimo pomeriggio di giovedì. Poco prima la chiusura delle cancellerie. Le motivazioni del provvedimento saranno note a partire da venerdì mattina. In attesa di conoscerle è evidente che le ragioni dei legali dei due indagati non abbiano convinto i magistrati della libertà.

L’avvocato Sandro Mainardi, difensore del sessantente fondatore della comunità di Pozzolengo, era entrato nel merito delle accuse e delle esigenze cautelari. Il reato per il legale non sussiste: c’è il consenso della vittima e manca l’elemento oggettivo, a suo dire, quel rapporto di autorità tra l’uomo e la sedicenne che giustificherebbe la condanna del primo. Non solo. Per il difensore di Bonomelli, la decadenza dall’incarico di presidente della Lautari, decisa dal cda nelle ore successive al suo arresto, ha fatto venire meno il pericolo della reiterazione del reato.

Respinte insieme al ricorso anche le argomentazioni della difesa di Michela Righetti, la 40enne ospite della comunità, ritenuta dai militari del Nucleo investigativo dell’Arma, guidati dal cap. Pietro D’Imperio e dal pm Claudio Pinto, complice di Bonomelli. La donna avrebbe avuto un ruolo decisivo nel ménage à trois con la ragazzina affidata alla cura del sessantenne e consumato in diversi frangenti, tanto a casa dell’uomo, quanto nelle stanze di alberghi a Brescia, a Roma e a Venezia.
 

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