Sequestro Caffaro, «Dobbiamo far ricadere la colpa su qualcuno»

Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche quantomeno imbarazzanti e sconvenienti degli attuali amministratori
Il sequestro della Caffaro
Il sequestro della Caffaro
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«Caffaro è un carcinoma nel cuore della città. E va estirpato». Lo ha detto il procuratore capo Francesco Prete dopo aver ottenuto dal gip Alessandra Sabatucci il sequestro preventivo dell’area industriale di via Nullo, ora affidata a un custode giudiziario. Tre amministratori dell’azienda sono finiti sotto indagine e ieri sono stati raggiunti da ordinanza di misura cautelare.

Il gip ha disposto il divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese nei confronti di Donato Antonio Todisco, presidente del consiglio di amministrazione e attuale co-amministratore di fatto di Caffaro srl, Alessandro Quadrelli rappresentante legale dell'impresa, e Alessandro Francesconi, consigliere delegato alle tematiche ambientali e direttore dello stabilimento.

«Erano consapevoli di operare al di fuori della legalità e con la volontà di continuare ad operare in tal senso e a parere di chi scrive - è il pensiero del giudice - emerge l'assenza di qualsivoglia resipiscenza in capo agli interlocutori, così come in disinteresse rispetto alla concreta risoluzione delle problematiche ambientali sottese alla disquisizione circa l'impugnabilità dell'obbligo in parola» si legge nell'ordinanza.

E agli atti ci sono intercettazioni telefoniche quantomeno imbarazzanti e sconvenienti. Come il dialogo sul problema del mantenimento dell'emungimento dei pozzi, tra Quadrelli e Francesconi in cui il primo dice: «Molto spesso lavoriamo non nella norma, perché la norma ultimamente non l'abbiamo, lavoriamo sempre sotto la soglia di sicurezza». E ancora. «Sul contratto - dice Quadrelli parlando con Francesconi - c’è scritto che indipendentemente da quello che facciamo dobbiamo emungere. E non c'è un termine. Siamo noi che dobbiamo cercare di farci dare un termine, hai capito? E dobbiamo far ricadere la colpa su qualcuno».

 

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