«Senza il vaccino no al tirocinio», Poliambulanza fissa l’obbligo

Mail inviata agli iscritti in Cattolica al corso di Infermieristica. Alla Statale per ora solo una «raccomandazione»
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VACCINO E TIROCINIO
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Chi ha ricevuto la mail teme addirittura di essere costretto a rallentare il percorso di studi. A meno che decida di vaccinarsi immediatamente. È il bivio davanti al quale si trovano in queste ore gli studenti che stanno frequentando il corso di laurea triennale in Infermieristica all’Università Cattolica Sacro Cuore collegata a Fondazione Poliambulanza. Parliamo di 240 ragazzi iscritti.

Il tirocinio - che varia dalle 400 alle 600 ore in base all’anno e comunque arriva ad un monte complessivo di circa 2000 ore nel triennio - è necessario per conseguire la laurea. Lo studente tirocinante entra in reparto per imparare sul campo la professione ed è in contatto con medici, infermieri e pazienti.

«Per coloro che non hanno aderito alla campagna vaccinale sarà temporaneamente sospeso il tirocinio professionalizzante» è stato scritto in un messaggio inviato da Letizia Bazoli, docente responsabile del corso di laurea. «Una decisione - viene spiegato nero su bianco - presa per tutelare quelle persone che non possono essere sottoposte a vaccinazione anticovid».

Ma gli studenti, o comunque una parte di loro non ci sta. «Non sono una no vax e nemmeno un negazionista, ma perché devo vaccinarmi per forza quando alcuni medici e infermieri contrattualizzati e operativi nei reparti non hanno aderito al vaccino?» si chiede una studentessa. Alle perplessità personali va aggiunto un aspetto oggettivo e non secondario. In Italia non c'è alcun obbligo di vaccinarsi contro il coronavirus. Nella mail inviata agli studenti di infermieristica viene specificato che «chi ha effettuato la vaccinazione con altri enti deve inviare un certificato di avvenuta somministrazione della prima dose e successivamente della avvenuta somministrazione della seconda». 

Conferma la decisione la responsabile del corso di laurea. «È un provvedimento temporaneo che intende tutelare i pazienti oltre che gli stessi tirocinanti» spiega Letizia Bazoli. «Noi possiamo sapere cosa fanno i nostri studenti fuori dall'ospedale e quindi riteniamo corretto che chi venga a contatto con i pazienti sia vaccinato».

Rincara la dose Alessandro Triboldi, direttore generale di Fondazione Poliambulanza. «Vaccinarsi è un dovere e ritengo sia un privilegio far parte di quella popolazione che oggi può ottenere il vaccino anti covid. E poi - aggiunge Triboldi - per un giovane studente dire no al vaccino è un insulto nei confronti di un coetaneo che invece non può ancora vaccinarsi e - conclude il direttore generale di Poliambulanza - in questo momento storico una persona che vuole intraprendere una professione medica non può tirarsi indietro». E ad oggi il provvedimento «temporaneo» non cambia.

Situazione diversa, rispetto alla Cattolica, per gli studenti di infermieristica iscritti all’Università statale di Brescia. «In questa fase in merito al vaccino preferiamo mantenere un approccio improntato alla raccomandazione e non all'obbligatorietà, coerentemente con quanto disposto per il personale sanitario» spiegano dalla Statale.

C’è però una precisazione. «L'obbligo di vaccinazione prima dell'inizio del tirocinio in presenza è comunque un'opzione che prenderemo in considerazione sulla base dei dati definitivi, anche in relazione alle indicazioni che ci saranno fornite dalla Medicina preventiva del nostro Ateneo». Dati alla mano viene spiegato che: «A Cremona, ad esempio, l'adesione alla campagna vaccinale dei nostri studenti del primo anno è superiore all'80% e quella degli studenti del secondo e terzo anno superiore al 95%».

 

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