Se il nuovo pericolo del web si chiama «sexting»

La campagna di sensibilizzazione al corretto uso delle nuove tecnologie per circa duecento studenti del De Andrè
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Due mondi, quelli dei nativi e dei migranti digitali, messi a confronto per discutere di cyber-bullismo. Secondo l’ultimo rapporto Censis (2016), subisce una qualche forma di abuso da parte dei coetanei il 52,7% dei giovani d’età compresa tra gli 11 e i 17 anni ed è internet il luogo dove il bullo trova terreno più fertile.
 
Sono le ragazze a essere più esposte agli attacchi dei coetanei cybernauti (24,9%). «Per questo - sottolinea il collaboratore tecnico capo della Polizia di Stato Domenico Geracitano - è essenziale avere profonda conoscenza delle piattaforme digitali e pensare a fondo prima di postare contenuti».
 
Tra le insidie della rete, secondo Geracitano - che martedì scorso ha incontrato circa duecento studenti del Liceo De Andrè -. il pericolo maggiore si chiama «sexting» e consiste nell’invio di testi e immagini sessualmente esplicite tramite internet e smartphone.
 
Esistono una ventina di applicazioni ad hoc e i dati parlano chiaro: il 60% degli adolescenti intervistati si diverte a inviare e ricevere scatti hot, spesso i mittenti sono amici (38,6%) e fidanzatini (27%), ma sono molti quelli che scambiano foto con perfetti sconosciuti (circa il 23%). Dal sexting al cyberbullismo il passo è breve: il 60% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare le foto hot per prendere poi in giro il protagonista delle stesse.

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