Se i colossi ripensano i principi economici

All’inizio ho sospettato fosse una «fake news». È mai possibile - mi dicevo - che colossi del capitalismo Usa come Google, Amazon e Jp Morgan, Apple, Accenture solo per citarne alcuni, prendano posizione in una comune «Dichiarazione sugli Obiettivi della Società» per affermare che l'interesse degli azionisti deve costituire solo uno degli elementi per definire gli obiettivi futuri, al pari del benessere del personale, della comunità con cui si interagisce, e dell’attenzione alla sostenibilità ambientale?

Sono affermazioni che uno si aspetta di sentire in pubblico soltanto dal Papa... Invece sono state fatte dalla Business Roundtable, un’associazione no-profit che riunisce 200 big del capitalismo Usa. Una promessa (per ora è solo questo) di cambiamento radicale, dettata da motivi pragmatici, forse obbligata anche dalla necessità di recuperare un’immagine meno «cinica» (e quindi controproducente anche per gli affari) presso l’opinione pubblica dopo la crisi del 2008.

In ogni caso questa sfida «umanista» inverte una rotta almeno di pensiero - quella del far denaro come unica «ratio» dell’agire economico - che sembrava insediata nel senso comune quasi come un dogma. In molte imprese anche del nostro territorio, quelli richiamati all’inizio, sono principi di un’etica già praticata «dal basso». Che poi ora siano i big americani a sollecitarla «dall’alto», può conferirle più considerazione. Ma a farla passare da promessa annunciata a fatto compiuto - ce lo ricorda la Storia - non basta una dichiarazione di principio ma servirà piuttosto l’impegno di tutte le forze sociali nell’esigerne l’assunzione e nel lavorare per farla mettere effettivamente in pratica.