Sciopero generale, circa 300 i lavoratori in piazza Paolo VI a Brescia

Il segretario Cgil di Brescia Bertoli: «Un successo, tenendo conto delle molte difficoltà»
SCIOPERO, ADESIONE ALTA
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Una piazza affollata da circa 300 lavoratori, che per il segretario della Cgil di Brescia Francesco Bertoli rappresentano «un successo, alla luce delle tante difficoltà a organizzare questo sciopero sia sul piano nazionale che locale». Tante bandiere rosse targate Cgil e Fiom, striscioni delle Rsu di Brescia Trasporti - ma nessuna presenza tangibile della Uil, sebbene lo sciopero nazionale fosse proclamato da entrambe le sigle sindacali.

Davanti ai lavoratori dei trasporti (che hanno registrato un'adesione media del 65%), oltre ai metalmeccanici e ai dipendenti della funzione pubblica (per loro partecipazione con punte del 70%) arrivati in solidarietà in piazza Paolo VI davanti alla Prefettura, il segretario Bertoli ha usato parole dure verso il governo, con particolare riferimento alle paventate ipotesi dei giorni scorsi di annullare lo sciopero: «Si sta attaccando la Costituzione partendo dal proprio dal diritto di sciopero. Questo è l’inizio della lotta che dobbiamo portare avanti, anche nel 2024. Ma noi dobbiamo rispondere anche dal punto di vista democratico, perché oltre ad essere lavoratori siamo cittadini».

  • Lo sciopero del 17 novembre a Brescia - © www.giornaledibrescia.it
    La manifestazione in piazza Paolo VI
  • La manifestazione in piazza Paolo VI
    La manifestazione in piazza Paolo VI
  • La manifestazione in piazza Paolo VI
    La manifestazione in piazza Paolo VI

A causa dell'alta adesione allo sciopero degli operatori, Aprica ha invitato gli utenti della zona viola a non esporre i contenitori della raccolta differenziata dei rifiuti questa sera. E mentre altri 150 lavoratori bresciani sono partiti per Milano per prendere parte alla mobilitazione nel capoluogo, all’ombra del Broletto Davide Bertolassi, Rsu Cgil di Brescia Trasporti si sofferma sulle questioni più prettamente locali. Così riecheggia ancora una volta la protesta degli autisti - reiterata con diverse proteste negli ultimi mesi - sui salari e sulle condizioni di lavoro: «Chiediamo dei salari dignitosi, non si può vivere con 1.300 euro al mese in una città come Brescia. Inoltre chiediamo un fondo adeguatamente finanziato per un Tpl all’altezza dei servizi da fornire ai cittadini bresciani».

È un problema sentito, quello dell’affanno crescente del sistema del trasporto pubblico, tra i lavoratori del comparto a Brescia. Al punto che per il 24 novembre è prevista un’altra massiccia mobilitazione proprio tra le strade del centro città. Ma le «tensioni romane» tra i sindacati e il governo continuano a tenere banco. Bertolassi definisce Salvini «ministro della paura» e come Bertoli non accetta la precettazione: «E ci ha detto anche quando scioperare. Significa che delle 4 ore concesse oggi possiamo scioperare solo per due perché coincidono con le fasce di garanzia già previste a Brescia».

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