«Scioccante passare dal raccontare una guerra ad esserci dentro»

Ad Auschwitz col suo staff per le riprese, il bresciano Emanuele Turelli ha portato aiuti ai profughi ucraini
In Polonia: il gruppo di Turelli ha portato materiale per i profughi ucraini
In Polonia: il gruppo di Turelli ha portato materiale per i profughi ucraini
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La storia racconta del dramma della deportazione degli ebrei. Di quell’esodo forzato sui treni in direzione dei campi di concentramento in Germania, mentre tutt’intorno infuriava la guerra. Tra di loro, ad Auschwitz, c’era una ballerina di sedici anni, che ha lottato per la vita grazie all’amore per la danza e alla sua determinazione. Una storia vera, che il giornalista e storyteller bresciano Emanuele Turelli ha sceneggiato, realizzando il film «Edith The Movie», in uscita nelle sale in autunno. Una storia che, a ben guardare, ha alcune cose in comune con quanto sta avvenendo in queste settimane in Ucraina: c’è una guerra, c’è un esodo di persone, ci sono tanti bambini che lottano per sopravvivere, ci sono soprattutto sofferenza e ingiustizie.

Le riprese presso il campo di concentramento di Auschwitz -  © www.giornaledibrescia.it
Le riprese presso il campo di concentramento di Auschwitz - © www.giornaledibrescia.it

Turelli, con il suo staff - che fa parte dell’associazione Violet Moon -, aveva programmato da tempo un viaggio in Polonia, tra i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, per girare delle immagini sul posto (gran parte del film è stato realizzato nel teatro dismesso di Salò), nella settimana tra l’8 e il 10 marzo, sfruttando un contatto locale che fa la guida ad Auschwitz. Mai si sarebbe immaginato di farlo mentre, a meno di duecento chilometri, c’è in corso una guerra vera.

Il viaggio

La decisione è stata di partire comunque, ma rendendo quella trasferta attraverso l’Europa più solidale e utile, per regalare qualche goccia al mare di solidarietà azionato un po’ ovunque. Turelli, tramite i suoi canali social, ha sparso la voce, dicendo che avrebbe raccolto fondi per una trentina di orfani ucraini, arrivati per essere accolti e curati in un convento a una ventina di chilometri. Un aiuto diretto, concreto, per «dei piccoli spaventati e debilitati» ha sottolineato. In poche ore sono stati raccolti oltre 3mila euro, con i quali sono stati acquistati, in Italia, farmaci e generi pediatrici. Materiali caricati martedì sul pulmino di Turelli e colleghi, grazie all’intervento del gavardese Riccardo Viviani, responsabile organizzativo di Violet Moon e anima per vent’anni di Garda Solidale. Ora già tutti consegnati a destinazione.

Gli aiuti

Nella zona di Auschwitz vivono molti ucraini, che lavorano anche per il museo e come guide; in questi giorni, anche lì, stanno arrivando migliaia di profughi. «Una parte dei fondi raccolti - racconta Turelli - sono ancora disponibili, per questo stiamo organizzando un secondo viaggio, probabilmente tra due settimane. Siamo certi che gli aiuti sono andati a chi ne aveva davvero più bisogno, anche se non abbiamo potuto consegnare direttamente noi, perché ci è stato detto che le condizioni sono davvero difficili».

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