Saottini: «Sono nata con la Mille Miglia: è una corsa magica»

Nel giorno della partenza da Brescia, la presidente racconta cosa significa per lei e com'è cambiata la corsa in questi anni
Beatrice Saottini, presidente di Mille Miglia srl - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Beatrice Saottini, presidente di Mille Miglia srl - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Beatrice Saottini è presidente di Mille Miglia S.r.l. dal novembre 2021. Nei mesi scorsi ha organizzato la corsa delle auto storiche che in questa edizione percorreranno oltre duemila chilometri in cinque giorni, passando anche per Milano (oggi la partenza). Un tragitto reso ancora più avvincente nell’anno di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura 2023.

È un appuntamento di lunga data per i bresciani ma che non smette di attirare un pubblico internazionale sempre più fitto, come raccontano i profili degli equipaggi tra i quali per la prima volta c’è una coppia, padre e figlio, dalle Filippine. Saottini non ha dubbi: per lei, racconta durante l'intervista per il podcast «25100 - Destinazione Brescia», la Mille Miglia resta «magica», perché la «logica che secondo me muove tutta la Mille Miglia è una logica di emozione, di sogno, e quindi di magia»

Quando ha sentito nominare la Mille Miglia per la prima volta?

«Sono nata prima del 1957, quindi la sento nominare più o meno da allora. Al tempo mio padre e mia madre erano coinvolti negli aspetti logistici e organizzativi di alcune, soprattutto del marchio Porsche. C’è stato poi quel periodo di silenzio dal 1957 al 1977, in cui comunque la Mille Miglia rimaneva come il ricordo di qualche cosa di epico, di bello e di coinvolgente. Mi è sempre stata raccontata come un qualche cosa di magico. Arrivando agli anni della rievocazione, la ricordo più come ad un qualcosa che assomigliava a un bellissimo club di visionari».

Quali sono i legami della Mille Miglia con Brescia?

«La Mille Miglia è un tutt’uno con la città per chi ha vissuto e per chi ancora ama il mondo delle automobili. È una competizione automobilistica che qui ha solide radici: non potrebbe esistere una Mille Miglia se non in partenza da Brescia e in arrivo a Brescia».

Cos’è Mille Miglia oggi?

«Si corre ancora uno dei percorsi originali: partiamo da Brescia, si arriva a Roma e il punto di ritorno è sempre a Brescia. Tra queste tappe ci si può muovere con la libertà dettata dai primi percorsi storici. Con Mille Miglia green porteremo in gara un veicolo ideato dal Politecnico di Milano, che percorrerà alcuni tratti a guida autonoma. C’è comunque una differenza fondamentale tra ieri e oggi: un tempo era una gara di velocità, oggi è una prova di regolarità. Nelle edizioni storiche si affrontava il futuro da gladiatori, adesso bisogna gestire il presente da attenti osservatori e utilizzatori del proprio tempo. Il focus è dato dall'attenzione con cui si gestisce un meraviglioso pezzo museale come la propria vettura».

Lei ha partecipato alla corsa per nove edizioni. Che cosa ricorda?

«La prima volta è una sensazione meravigliosa, ci si sente veramente immersi in solitudine con il proprio equipaggio. Si viaggia con il roadbook in questa meravigliosa Italia, con tanto sole o con tanta pioggia, e si scopre il territorio da un punto di vista diverso da quello a cui si è abituati».

Le viene in mente un episodio particolare?

«Mi è rimasto particolarmente impresso un arrivo a Pisa, non ricordo quale fosse l’anno. Eravamo incolonnati nel traffico e ci siamo infilati in un vicoletto in cui la macchina passava appena. Tutto mi aspettavo meno che trovarmi di colpo davanti Piazza dei Miracoli, con il battistero e la torre pendente. Una meraviglia. Quando invece si fa il navigatore - che è la mia esperienza - la testa è sul roadbook, quindi ogni tanto ci si perde anche qualcosa. Il dito è sul quadratino, gli occhi sono a caccia del segnale dello stabile. Infine, per quanto io non avessi alcuna ambizione né di vittoria né di piazzamento, è ovvio che se c'è un po' di spirito agonistico si prova almeno a non fare una brutta figura».

Quanto è importante il pubblico nell’evento?

«La gente è una parte imprescindibile della Mille Miglia. È come un circuito elettrico che si chiude: se non ci fosse la possibilità di chiudere questo circuito elettrico, la luce non potrebbe accendersi. Non solo appassionati, ma anche persone comuni e intere famiglie, perché della Mille Miglia ciascuno ha il proprio ricordo diretto o indiretto. Credo che la Mille Miglia sia la porta bandiera di un valore positivo come la condivisione, qualcosa che sta un po’ sparendo nella società di oggi».

Quanto conta l’assistenza degli operatori e dei meccanici durante la gara?

«L'assistenza è fondamentale: lo dico da concorrente. Ogni notte si dormono 3-4 ore. Si arriva in albergo molto tardi, le vetture si fermano, driver e navigatore si salutano e vanno a cercare di farsi una doccia, perché il profumo più imponente della Mille Miglia è quello degli ottani: sì, si profuma di ottani dalla testa ai piedi. Alla sera i tecnici cominciano a fare tutti i controlli del caso: controllare l’olio, la benzina, fare rifornimento... sempre sperando che non ci siano guasti particolari. In quel caso, il meccanico e i tecnici passano la notte a cercare di risolvere il problema, ed essere pronti a ripartire l'indomani mattina».

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