Sanitari senza vaccino, l'Ordine: «Sono in ogni caso troppi»

C’è anche chi, sospeso dall’Ordine, si è visto reintegrare quasi in tempo reale. O perché nel frattempo è tornato sui propri passi, prenotando il vaccino, o perché aveva già ottemperato all’obbligo di legge ma la comunicazione si era incagliata tra Pec e email. Il balletto dei numeri dei lavoratori sanitari non vaccinati si complica, da quando Ats Brescia ha iniziato ad inviare ai diretti interessati, agli Ordini di appartenenza e ai datori di lavoro le comunicazioni di mancata ottemperanza alla legge che, da aprile, impone l’obbligo di immunizzazione per chi lavora a contatto con i pazienti. I numeri. Erano più di 150 martedì in provincia i «fuorilegge» (una quindicina di medici, oltre 100 infermieri e una quarantina di tecnici delle professioni sanitarie), stando ai numeri forniti dagli Ordini professionali. Ieri il numero era salito a circa oltre 200, con una ventina di medici, ulteriori 66 infermieri e un «assestamento» dei tecnici. Numeri in continuo rimescolamento anche nei prossimi giorni, quando saranno comunicate le liste anche da Ats della Montagna (al momento in ritardo) e contemporaneamente arriveranno le comunicazioni di chi nel frattempo si sarà vaccinato o avrà prenotato il siero.
«Lunedì ho sospeso dall’ordine una quarantina di tecnici - commenta Luigi Peroni, presidente dell’Ordine dei tecnici radiologi, delle professioni sanitarie, della riabilitazione e della prevenzione -, martedì non ho avuto nuove segnalazioni e ho cancellato due provvedimenti, riferiti a persone che nel frattempo, da quando Ats ha avviato gli accertamenti di legge, sono tornati sui propri passi concordando il vaccino a breve, e qualcun altro sarà reintegrato nelle prossime ore: l’avevo promesso ai miei iscritti. Ritengo tutto questo, sotto il profilo professionale e umano, un segnale positivo. La vaccinazione è al momento l’unico modo per contrastare il virus».
Anche l’Ordine dei medici, che ha ricevuto ieri altri nominativi di professionisti «fuorilegge» oltre alla quindicina già comunicati lunedì, sta valutando e chiarendo alcune posizioni. «I numeri di chi non ha ottemperato l’obbligo, al momento sono molto bassi e tutti da valutare - dichiara il presidente dell’Ordine bresciano, Ottavio Di Stefano - rispetto ai nostri quasi ottomila iscritti. L’istruttoria è appena avviata, dopo la comunicazione da parte di Ats, che per legge deve accertare l’ottemperanza dell’obbligo, a noi spetta solo il recepimento dell’accertamento e la comunicazione della sospensione, contro la quale peraltro non si può fare ricorso all’Ordine, ma solo al Tar. Resto convinto che il vaccino, assieme alle misure contenitive, sia l’unica soluzione per contrastare la pandemia. La nostra sfida è vaccinare il più possibile nel minor tempo possibile, e anche se i numeri dei medici non ancora vaccinati sono modesti, a mio avviso restano sempre troppi».
«È uno scenario in evoluzione - aggiunge Stefania Pace, presidente dell’Ordine degli infermieri -, le comunicazioni da Ats si sommano progressivamente e debbono essere vagliate con la massima attenzione. Oggi (ieri, ndr) sono state recepiti gli atti di accertamento per 66 infermieri che sono stati sospesi. Ma in questo momento difficile e sofferto per la professione, voglio porre l'attenzione agli oltre 8mila infermieri bresciani che si sono vaccinati, che ogni giorno assistono e si prendono cura dei cittadini con competenza e umanità, anche vaccinandoli. È di questi che vorremmo dare notizia e visibilità».
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