Sabalino e Ribola chiudono: 161 anni di commercio in pensione

I fratelli Giuseppe e Fulvia Sabbadini lasciano via Dandolo a Brescia così come il gioielliere e orologiaio Oscar Rossini in via Porcellaga
Il negozio Ribola in San Faustino -  © www.giornaledibrescia.it
Il negozio Ribola in San Faustino - © www.giornaledibrescia.it
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Si entrerà ancora per poco in un luogo un po' speciale, dove sopravvive un mondo tanto classico quanto moderno, un luogo fatto di scaffali di legno massiccio dove riporre l’abbigliamento di tradizione, stile, qualità e contemporaneità. Nel varcare la soglia di via Dandolo, nel cuore antico della città, è come fare un salto in una boutique che profuma di moda. L’azienda di Fulvia e Giuseppe Sabbadini è tra le più antiche della città. Nata nel 1946 si appresta a chiudere i battenti dopo ben 75 anni di attività gestita dalla stessa famiglia. E lo fa pensando alla clientela fedelissima che già lamenta la decisione presa dai titolari, ma che potrà godere, ancora per qualche giorno, di condizioni vantaggiose per gli ultimi acquisti. 

La storia

Sabalino (è la crasi tra il nome Angiolino e il cognome del fondatore Sabbadini) lascia il posto ad altri che non continueranno il nome e neppure lo stile che ne ha segnato l’esistenza commerciale. Un’altra insegna storica si spegnerà per sempre dopo tre quarti di secolo. «Per noi è un avvenimento che segna il destino del nostro impegno e della nostra vita soprattutto perché la nostra impresa è sempre stata a conduzione familiare», raccontano Fulvia e Giuseppe, i fratelli che hanno perpetuato la storia iniziata con il patriarca che, appena trentenne, nel primissimo dopoguerra, ebbe la felice intuizione di capire che Brescia meritava un’attività di prestigio nell’abbigliamento e aprì in via Porcellaga.

Fulvia Sabbadini: il negozio chiude dopo 75 anni di attività -  © www.giornaledibrescia.it
Fulvia Sabbadini: il negozio chiude dopo 75 anni di attività - © www.giornaledibrescia.it
Al suo fianco la giovanissima moglie Marisa che ancor oggi, nonostante l’età, ama «respirare l’aria di un negozio che è stato, con la mia famiglia, tutta la mia esistenza». «Il nostro punto di forza è sempre stata la capacità di proporre abiti, anche su misura, adattandoci alle esigenze della clientela, con un tipo di vendita al dettaglio che oggi si sta progressivamente perdendo – proseguono i fratelli Sabbadini –. Abbiamo preso la decisione di concludere qui la nostra carriera commerciale per ragioni di opportunità, legata al desiderio di poter godere con le nostre rispettive famiglie di tante esperienze che l’apertura di un negozio delle dimensioni del nostro ci ha impedito sinora». Dispiace pensare che una tradizione come questa sia destinata a finire. Ed ora Sabalino è subissato di telefonate e visite dei clienti. E Fulvia e Giuseppe provano già un po’ di nostalgia.

Il gioielliere

Tra orologi preziosi e monili creati nella bottega orafa sono passati ben 86 anni di impegno e grande passione professionale che ha coinvolto ben tre generazioni di titolari. Oggi, l’ultimo erede di questa artigianalità speciale lascia l’attività per dedicarsi ai viaggi e alla sua grande passione per la moto e agli sport un po’ particolari, come le traversate dei deserti, i mille km del Cammino di Santiago di Compostela o il volontariato che lo vede impegnato quando ha tempo libero.

Oscar Rossini, titolare della gioielleria Ribola di via Porcellaga 10, passa la mano il 31 dicembre e chiude la lunghissima storia di questa attività che nelle antiche carte della Camera di Commercio si trova già addirittura negli ultimi decenni del 1800. 

Il nuovo corso

Oscar passa la mano ad Alessandro Stefanin che da ben 28 anni collabora con Rossini che lo accolse ragazzino per imparare il mestiere su sollecitazione di Beppe Nava, fondatore della Scuola Bottega. Alessandro, valente orologiaio e orafo non potrà perpetuare il nome Ribola e non ci sarà, quindi, il proseguo di un negozio storico del centro cittadino. Aveva iniziato Guido Ribola quando aprì in via San Faustino un piccolo laboratorio per riparare orologi. Un’arte artigiana che diede il via all’azienda che ancor per pochi giorni porta il suo nome dopo vari passaggi ai familiari. Negli anni ha saputo stare al passo coi tempi e introdurre anche la creatività orafa che ha fatto degli artigiani italiani gli indiscussi maestri al mondo. Il nipote Oscar Rossini, con al suo fianco la mamma Anna Aldrighi, per molti anni anima e motore del negozio, ha conquistato molte generazioni di bresciani che sentiranno la sua mancanza per il suo fare competente soprattutto, ma anche per il suo carattere allegro ed esuberante.

Il passaggio: Alessandro Stefanin, Anna Aldrighi con il figlio, Oscar Rossini -  © www.giornaledibrescia.it
Il passaggio: Alessandro Stefanin, Anna Aldrighi con il figlio, Oscar Rossini - © www.giornaledibrescia.it
Dalla bottega dedicata a riparare gli orologi, Oscar ha rimesso in pari le tradizioni studiando nelle «botteghe» orafe prestigiose della città e frequentando la scuola vicentina, specializzandosi in gemmologia. «Mi mancherà molto l’affetto dei clienti – commenta convinto però di dare nuovo corso alla sua vita – ma la decisione era comunque nell’aria perché sono un po’ stanco ed è giusto ora pensare un poco anche ad altro». È convinto della decisione presa anche dai radicali cambiamenti subiti da centro storico, un tempo vivacissima sequela di negozi dove la vita cittadina trovava la sua espressione commerciale ogni giorno. Oggi è tutto diverso, nota Oscar.

 

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