Roberto Rossini sarà il nuovo canditato del Pd a Brescia

Docente di psicologia e ex capo di Acli, oggi è portavoce nazionale dell'Alleanza contro la povertà
Roberto Rossini in un congresso Acli del 2016 - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
Roberto Rossini in un congresso Acli del 2016 - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il telefono del segretario provinciale del Partito democratico era già rovente nelle scorse settimane, quando si è consumato lo strappo che ha portato alla caduta del Governo. Ma da alcuni giorni, con l’avvicinarsi delle scadenze per la consegna delle liste, è diventato incandescente. Non solo perché si è ristretto il Parlamento e si trova a dover fare i conti con pochi posti e tanti pretendenti, ma anche perché il centrosinistra deve ricostruirsi e offrire all’elettore una buona ragione per votarlo.

Il punto è che il tempo è poco e il cammino da fare ancora tanto. Il campo largo è morto: i Dem respingono l’idea di una nuova alleanza con i 5s, anche se non c’è compattezza su questo versante. E sono ormai quasi due settimane che circolano dei numeri che terrorizzano: secondo queste stime, basate sulle percentuali attribuite agli ultimi sondaggi, nella nuova Camera in formato ridotto (ossia con 400 eletti), un Pd che va da solo conquisterebbe circa cento o 105 seggi, mentre il centrodestra classico (cioè Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e i vari cespugli), prenderebbero un centinaio dei seggi uninominali (cioè circa due terzi del totale) e la metà dei seggi del proporzionale.

È in questo contesto che il partito nazionale, ma anche quello territoriale, deve muoversi. Studiando in fretta gli scenari della possibile coalizione e, soprattutto, calibrando bene i profili delle candidature da schierare. Brescia ha molti profili nel paniere, ma uno su tutti - nell’assemblea del coordinamento cittadino affidato a Tommaso Gaglia - ha incassato un consenso quasi plebiscitario: Roberto Rossini.

Profilo civico

L’indicazione del capoluogo, che questa sera sarà ufficializzata sul tavolo del provinciale, è quella di schierare l’ex presidente delle Acli nell’uninominale, alla Camera. Il ragionamento che sta dietro a questa indicazione sta proprio nel curriculum di Rossini. Il Pd ha capito ormai che fare propria la linea del premier Draghi potrebbe non essere sufficiente come messaggio elettorale, soprattutto con una campagna così breve. E siccome le idee camminano sempre sulle gambe degli uomini e l’opinione pubblica si domanderà a quali volti e voci il centrosinistra è disposto ad affidare la messa a terra di un progetto sociale (sia nell’ipotesi di una vittoria sia in chiave di una sconfitta a testa alta, e quindi come prospettiva alternativa a quella del centrodestra), la proposta di Roberto Rossini è arrivata quasi naturalmente.

Il suo profilo, del resto, pur essendo vicino ai Dem, è squisitamente civico, il che consentirebbe di pescare consensi da più ambiti e in più territori, senza contare che gode di un riconoscimento ampissimo a Brescia. Docente di sociologia, già a capo delle Acli bresciane (per otto anni) e nazionali, oltre che dell’Ufficio studi nazionali, oggi Rossini è portavoce nazionale dell’Alleanza contro la povertà, una rete che raggruppa un ampio numero di realtà sociali che hanno deciso di contribuire in maniera collettiva allo studio e alla realizzazione di adeguate politiche pubbliche per arginare la povertà nel Paese. Un incarico che, nell’ottica di una eventuale candidatura, Rossini dovrà lasciare, ma che lo vede già alla fine del suo percorso: si tratta di un ruolo che è infatti legato alla legislatura ormai chiusa.

Proporzionale

La fumata bianca per l’ex numero uno delle Acli era arrivata ieri mattina dalla segreteria cittadina e, in serata, a mettere il timbro è stata la direzione del Partito democratico di Brescia. Un’indicazione forte, che ora viene rimessa a un lavoro di sintesi condotto su più livelli: di partito (attraverso il vaglio della segreteria e della direzione provinciale) e, in seconda battuta, dell’eventuale futura coalizione allargata (resta da capire, ad esempio, se Azione ci sarà e se cadranno i veti incrociati posti sia dal partito di Calenda sia dal Pd su Italia Viva), anche se è improbabile che il profilo di Rossini possa essere messo in discussione. All’ordine del giorno della riunione del Pd del capoluogo c’era anche la proposta delle candidature per quel che riguarda la corsa nel proporzionale. In questo frangente, i nomi indicati dalla città vedono in pole la capogruppo in Loggia, Laura Parenza, così come sono stati condivisi anche i nomi di Miriam Cominelli, Gian Antonio Girelli e Alfredo Bazoli.

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